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Savona – Un centro massaggi cinesi che nascondeva una casa di appuntamenti. Erano cure molto “particolari” quelle che un gruppi di ragazze cinesi forniva a decine di clienti di un finto centro massaggi nella zona del centro cittadino.
Il locale era il “paravento” per una fiorente attività di prostituzione scoperta dalla Guardia di Finanza.
I militari del comando provinciale hanno dato esecuzione al sequestro preventivo, emesso dal Tribunale di Savona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, di un finto centro massaggi, al cui interno veniva invece svolta attività di prostituzione.
I finanzieri della compagnia di Savona hanno individuato, in pieno centro, in Via
Carissimo e Crotti, un centro massaggi e benessere gestito da cittadini di nazionalità cinese, assiduamente frequentato da numerosi avventori, pubblicizzato anche su siti internet attraverso fotografie di giovani ed avvenenti donne, in pose palesemente volte ad attirare l’attenzione dei clienti.

I militari hanno infatti accertato che nei confronti dei clienti del centro massaggi, spesso italiani e di ogni estrazione sociale, durante le sedute, le “massaggiatrici” tutte di nazionalità cinese erano solite proporre prestazioni sessuali “extra”, in cambio di denaro.
Difatti, all’interno del centro massaggi, giovani donne sempre diverse, si sono nel tempo
prostituite abitualmente e l’attività illecita era di fatto gestita dalla titolare del centro massaggi e dal suo compagno, entrambi cinesi e da molti anni in Italia, i quali incassavano il denaro corrisposto dai clienti per le prestazioni sessuali ricevute.
L’attività era talmente ben organizzata che ai clienti veniva addirittura fornita una tessera, sulla quale venivano annotate di volta in volta le prestazioni eseguite e, al raggiungimento di un determinato numero di “incontri”, si maturava il diritto ad un “bonus”.

E proprio dalla registrazione dei clienti potrebbe arrivare un altro filone di indagini che potrebbe portare all’identificazione e sanzione di chi usufruiva delle prestazioni sessuali delle giovanissime.

Una parte del denaro incassato veniva trattenuto dalla titolare del centro e dal suo compagno, mentre un’altra parte veniva restituito alle giovani prostitute; è stato altresì accertato che in qualche occasione la stessa titolare dell’attività si è più volte prostituita.
I due gestori dell’attività illecita sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria competente per
violazione dell’art. 3 L. 75/58 (Legge Merlin) ed il G.I.P. presso il Tribunale di Savona,
condividendo l’impianto accusatorio, ha emesso nr. 2 ordinanze cautelari (obbligo di dimora) nei confronti dei medesimi e disposto il sequestro preventivo della stessa attività commerciale, cui sono stati messi i sigilli in data odierna.

Da quanto emerso dall’attività investigativa, nello stesso finto centro massaggi venivano praticate circa 20 prestazioni al giorno ed applicata una tariffa media di 100 euro cadauna, per un incasso mensile totale di oltre 55 mila Euro, a fronte delle quali non è stato emesso alcun documento fiscale.
Per qusta circostanza sono altresì in corso approfondimenti di natura amministrativa,
finalizzati al recupero a tassazione di base imponibile, anche di natura illecita, sottratta a
tassazione.