Genova – Una bottiglia d’olio su 4 contiene olio “contraffatto”. A denunciarlo la Coldiretti che commenta l’operazione della Guardia di Finanza che ha scoperto un vasto giro di vendita di prodotto “falsificato”.
Secondo Coldiretti, infatti, con più di 1 bottiglia di olio extravergine d’oliva su 4 di provenienza extracomunitaria (27%) che è risultata falsa è essenziale l’attività di controllo a tutela dei consumatori e delle aziende in un Paese come l’Italia, dove nel 2021 sono arrivati ben 540 milioni di chili di prodotto dall’estero, quasi il doppio della produzione nazionale. E’ quanto afferma Coldiretti nell’esprimere soddisfazione per l’operazione Verum et oleum della Guardia di Finanza e dell’Icqrf del Ministero delle Politiche agricole che ha portato alla scoperta di 2,3 milioni di litri di olio irregolare che entravano nel paese tramite operatori del settore presenti in tutto il territorio nazionale e i principali porti di ingresso delle materie prime. Le frodi non solo ingannano i cittadini, ma fanno anche crollare i prezzi dei prodotti di qualità in una situazione già difficile per la concorrenza sleale: da difendere c’è una produzione nazionale di oltre 300 milioni di chili nel 2021 ottenuta grazie al lavoro delle circa 400 mila aziende agricole nazionali impegnate a coltivare ulivi in Italia, che può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo. In Liguria l’olivicoltura viene condotta su migliaia di ettari, soprattutto nella zona dell’imperiese, e costituisce una delle eccellenze della produzione regionale, con prodotti riconosciuti in tutto il mondo che rientrano sotto il marchio della DOP Riviera Ligure.
“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare. –spiegano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che va perseguita con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”.
L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita da Spagna con 483 milioni di chili e Stati Uniti con 320 milioni di chili. Il consiglio della Coldiretti è quello di scegliere Made in Italy verificando attentamente l’etichetta: sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte obbligatorie per legge “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” perché riportate in caratteri molto piccoli, poste dietro la bottiglia e spesso in una posizione sull’etichetta difficilmente visibile. Occorre, inoltre, diffidare dei prezzi troppo bassi e comprare, se possibile, direttamente dai produttori, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.
“Purtroppo negli ultimi trent’anni l’Italia ha perso il 46% del potenziale produttivo a causa del clima pazzo che ha alterato l’ecosistema tradizionale, –proseguono Boeri e Rivarossa- ma anche per l’abbandono degli uliveti, per lo scarso ricambio generazionale e per l’assenza di una chiara strategia politica di rilancio del settore. Per sostenere e incrementare la produzione nazionale di extravergine Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva e la conferma del primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata. Sono tutti temi che in Liguria stiamo già dibattendo durate i Tavoli olivicoli con la Regione voluti da Coldiretti.”.