manifestazione crediti incagliati GenovaGenova – Non si scioglie il corteo dei lavoratori e delle imprese edili che da questa mattina sta causando la paralisi del traffico nel capoluogo ligure. Le parole del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti hanno offeso gli organizzatori che chiedono un confronto con il presidente in persona.
Sulla chat dei partecipanti, su cui vengono condivise foto e informazioni pratiche si è scatenato un putiferio a seguito del post pubblicato da Toti sulla sua pagina Facebook

“Sulla necessità di intervenire sui crediti incagliati aiutando le imprese ho già espresso il mio pensiero con grande chiarezza – ha scritto Toti – Bloccare una città, con gravi disagi per lavoratori, imprese e famiglie non è una soluzione e, anzi, trasforma una ragione in un torto. Chi vuole solidarietà deve avere la stessa solidarietà per le vite altrui: ogni dialogo sarà possibile solo quando cesseranno i disagi per i cittadini genovesi”.

Parole che non sono piaciute agli organizzatori e ai partecipanti alla manifestazione che, dopo aver iniziato a “sgomberare” piazza Corvetto hanno deciso un dietro-front verso piazza De Ferrari dove attenderanno di incontrare Toti per avere un chiarimento e – richiesta dell’ala più dura – le sue scuse.

“Ci sono migliaia di famiglie sull’orlo della disperazione – scrivono – e stiamo protestando pacificamente. Ci dicano cosa altro dovremmo fare?”.

Solidarietà ai manifestanti è stata espressa invece dal gruppo “Uniti per la Costituzione.
“Esprimendo la massima solidarietà – scrive Mattia Crucioli – a tutti i lavoratori edili che, per la seconda volta in pochi giorni, sono scesi in piazza a Genova a centinaia per protestare contro i provvedimenti del Governo che mettono a repentaglio l’intera categoria, desidero prendere distanza dalle irricevibili dichiarazioni del presidente Toti che trovo gravemente inadeguate oltre che lesive dei diritti di sciopero e di manifestazione sanciti dalla Costituzione. Il malessere di questi lavoratori è purtroppo solo l’anteprima di una crisi profondissima che vedremo aprirsi nei prossimi mesi. Compito della politica è farsene carico e schierarsi al fianco dei cittadini, non certo quello di condannarli e reprimerli.