arnie api miele parco BeiguaStagione apistica in forte crisi, anche quest’anno, a causa del maltempo e dei cambiamenti climatici che stanno ostacolando la raccolta del miele e la sopravvivenza del patrimonio apistico già minacciato dall’emergenza varroa e parassiti e dalla vespa velutina.
A lanciare l’allarme l’associazione degli apicoltori AlpaMiele e Coldiretti che si sono incontrate per studiare sinergie e percorsi comuni per salvaguardare il patrimonio già risicato di attività presenti sul territorio.
Le aziende apistiche della Liguria – così come, purtroppo, quelle di tutta Italia – stanno vivendo una stagione 2023 davvero allarmante. Le produzioni più colpite ad oggi risultano essere quelle di miele di acacia (che interessa principalmente apicultori presenti prevalentemente nell’area della Città Metropolitana di Genova e in provincia di Savona) e del miele di erica.
Nel caso della prima, benché sembrasse aver avuto un inizio positivo, con il maltempo e il ritorno di freddo, ha visto in alcune zone la necessità di ricorrere a nutrizioni di soccorso.
La seconda, invece, è stata particolarmente vessata dal perpetrare della siccità, che purtroppo non ha consentito produzioni rilevanti.
Unitamente a ciò, in diverse zone anche il miele millefiori risulta totalmente assente, mentre è facilmente prevedibile che anche il miele di castagno (i cui risultati migliori quest’anno sono stati riscontrati, purtroppo in via del tutto eccezionale, solamente in alcuni areali più umidi) risentirà dei castagneti in sofferenza.

“La crisi del settore apistico dura ormai da diversi anni – spiega Laura Capini, presidente AlpaMiele e apicoltrice – il cambiamento climatico sta colpendo duramente api e flora apistica, sia con eventi catastrofici come le recenti alluvioni in Emilia Romagna sia con andamenti stagionali imprevedibili. Se non ci sarà da parte dello Stato una qualche forma di aiuto per sostenere le perdite delle mancate produzioni e i costi per le nutrizioni di soccorso, le aziende non riusciranno a sopravvivere. Possiamo calcolare che in Liguria perderemmo migliaia di alveari e un presidio fondamentale del territorio, ma aggiungeremmo disoccupati e famiglie in crisi”.

“In questa situazione – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – nonostante il comparto sia ormai da mesi vittima dei rincari e dei pesanti effetti legati al perpetrare del conflitto russo-ucraino, Regione Liguria ha escluso il settore apistico dai beneficiari della Misura 22 – Sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori particolarmente colpiti dall’impatto dell’invasione russa in Ucraina del PSR 2024-2022. Fatto, questo, che ha lasciato non poco perplessa la nostra Federazione, portandoci già il 7 aprile 2023 a inviare una comunicazione ufficiale all’Ente per esternare la nostra opinione e relativa preoccupazione in merito. Abbiamo già detto e ribadiamo ancora una volta come la preclusione del comparto dall’erogazione del finanziamento straordinario non è giusta: il settore apistico è certamente da comprendere all’interno del più ampio comparto zootecnico e non capiamo le ragione di tale esclusione. La stessa tabella del Regolamento UE 808 del 17 luglio 2014 richiamata nel bando della Misura 22 preveda, in via eccezionale, la possibilità di considerare specie animali terze rispetto a quelle puntualmente dettagliate dalla stessa norma”.
“Come Coldiretti – continuano –chiederemo alla regione l’apertura dei bandi su SRA18-ACA18 – Impegni per l’apicoltura del PSP 2023-2027, finalizzati a favorire la tutela e valorizzazione della biodiversità animale e vegetale di interesse agricolo e forestale attraverso la gestione sostenibile delle risorse naturali, la gestione forestale sostenibile, la riduzione degli impatti dei prodotti fitosanitari, il controllo delle specie alloctone e il ripristino e la tutela di ecosistemi naturali particolarmente quelli connessi alle attività agro-silvo-pastorali e di cui risultano beneficiari apicoltori singoli e associati. Gli impegni di tali bandi riguardano le aree, individuate dalle Regioni e PPAA, ad agricoltura estensiva e di valore naturalistico, il cui obiettivo princeps consiste sia nell’incrementare il numero di apiari presenti nelle aree indicate, migliorando l’attività di impollinazione tramite l’azione integrata di insetti pronubi allevati e selvatici, sia nel promuovere l’allevamento stanziale degli apiari già presenti in tali aree. Il comparto non può e non deve essere lasciato solo, ora più che mai. Come abbiamo a più riprese ribadito anche nel corso dell’incontro di questo pomeriggio con Alpa Miele – concludono Boeri e Rivarossa – quest’anno in Liguria avremo sicuramente meno miele, ma sempre di grande qualità. E in una situazione come questa, continua ad essere inammissibile e ingiusto come il settore apistico, ad oggi colpito dalla crisi tanto quanto gli altri comparti, risulti purtroppo ancora escluso da finanziamenti che potrebbero consentire ai suoi operatori di tirare quantomeno un sospiro in una situazione tanto complessa”.