carabinieri genericaGenova – Era stato prelevato con la forza dalla sua abitazione e bendato, imbavagliato e con le mani legate con il nastro adesivo era stato portato in un edificio abbandonato di Certosa e qui massacrato di botte per un debito di droga.
Una complessa indagine dei carabinieri della compagnia di Arenzano ha identificato e arrestato gli autori della missione punitiva.
Si tratta di quattro individui sui vent’anni, nati in Italia e con origini sud- americane, presunti responsabili in concorso dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina, percosse, lesioni e possesso di sostanze stupefacenti.
I fatti risalgono alla tarda serata del 5 marzo 2023, a Masone, nell’entroterra di Genova dove i quattro individui, col volto nascosto con passamontagna, si sono introdotti all’interno dell’abitazione di un ventenne di origine sud-americana e, dopo averlo colpito con calci e pugni e sotto la minaccia di bastoni e coltelli, hanno messo a soqquadro l’intera abitazione impossessandosi poi di telefoni cellulari, tablet ed altri valori presenti in casa e di proprietà della vittima.
Poi i quattro malviventi hanno trascinato la vittima a bordo dell’autovettura usata per il raid punitivo, e dopo avergli bendato gli occhi e legato i polsi con del nastro adesivo, lo hanno portato all’interno di un casolare abbandonato nel quartiere di Certosa dove hanno continuato a picchiarlo causandogli la rottura della mascella e del naso nonché contusioni multiple giudicate guaribili in 30 giorni.
Il giovane, liberato solo dopo alcune ore, era stato trovato alla stazione ferroviaria di Genova Sampierdarena, dai carabinieri del Nucleo Operativo di Arenzano che nel frattempo erano stati allertati dalla madre.
Nel corso delle attività investigative si è scoperto che l’episodio era riconducibile ad un pregresso debito per la fornitura di sostanze stupefacenti che la vittima aveva con gli arrestati e mai saldato.
Attraverso l’analisi delle telecamere di videosorveglianza e dei tabulati telefonici e attraverso ripetuti servizi di osservazione, controllo e pedinamento e dopo aver ascoltato diversi testimoni collegati all’evento ed al mondo delle gang giovanili, sono stati identificati tutti i responsabili della vicenda, ricostruendo un quadro probatorio e che ha consentito di procedere al fermo del proprietario dell’autovettura utilizzata nell’episodio poco prima che si trasferisse all’estero.
Poco dopo tutti i responsabili della vicenda sono stati individuati e assicurati alla giustizia.
Si tratta di ventenni nati in Italia ma di origine sud-americana. Un ruolo primario era svolto da due fratelli noti con i soprannomi rispettivamente di “Washington” e “Quality”. I nickname sono “conosciuti” perché usati per graffiti fatti nel loro quartiere per “marcare il territorio”.
I ragazzi se ne vantavano poi sui social network dove sono stati trovati post con immagini che mostrano disponibilità di sostanza stupefacente e, in più occasioni, mentre le consumano.
Nel corso delle successive perquisizioni è stata altresì rinvenuta sostanza stupefacente nonché un video amatoriale particolarmente violento, condiviso sui canali social e mostrato come vanto a diverse persone, nel quale gli stessi si filmavano durante alcune fasi del sequestro e del pestaggio della vittima.