Una pianta che è stata data per “pericolosa” senza dare alcuna possibilità di visionare la documentazione prodotta dagli esperti e che i residenti hanno visto tagliare pezzo dopo pezzo, senza alcuna possibilità di salvare almeno in parte una pianta che fa parte del panorama dal secolo scorso.
Gli attivisti hanno ricordato che i dati del Comune parlano chiaro e dicono che, da quando Marco Bucci è sindaco della città, sono stati abbattuti ben 1.300 alberi e in molti ancora lamentano il fatto che poche delle piante siano state sostituite come invece prevede la Legge e, ancora, che molte delle piante messe a dimora sono morte di poco dopo.
I Cittadini chiedono il rispetto puntuale della legge sul reimpianto di alberi in ragione di quelli abbattuti, la loro scelta tra le essenze già comunemente usate in città e non piante a crescita lentissima e completamente lontane dall’estetica genovese.
“Piantano alberelli di due o tre metri di altezza – denunciano al Circolo Nuova Ecologia – al posto di fusti di decine di metri. E per lo più sono alberelli striminziti che crescono pochi centimetri l’anno e che impiegherebbero secoli per dare l’ossigeno e l’ombra delle piante che sostituiscono”.
L’accusa è che si pensi più a ridurre all’osso i costi di gestione piuttosto che all’estetica cittadina e che si piantino alberelli non idonei, che spesso muoiono poco dopo la sistemazione e che vengono sostituiti solo dopo pressioni e proteste.
I Cittadini chiedono invece che gli abbattimenti vengano comunicati in modo trasparente, accompagnati da tutta la documentazione prevista e che non dovrebbe prevedere solo “perizie visive” ma anche realizzati utilizzando macchinari in grado di valutare l’interno dell’albero, il rischio di crollo e solo dopo che sono stati fatti tutti i tentativi necessari a cercare di salvare la pianta, come i “tagli di riequilibratura” che riportano in sicurezza gli alberi inclinati come spesso accade per i pini che si trovano in città.
L’annuncio del taglio deve consentire una “contro perizia” e la possibilità di un confronto “tra esperti accreditati” per verificare se, davvero, non esistano altre soluzioni.