Scuola e Web contro la violenza sulle donne

Genova – Prove gratuite in piazza dei corsi di autodifesa nella giornata contro la Violenza sulle donne e scattano le polemiche.
Si infiamma la discussione dopo l’annuncio, fatto da Regione Liguria, di voler dedicare la giornata in cui si ricordano le vittime e l’urgenza del contrasto della violenza sulle donne con l’attivazione di prove gratuite di corsi di autodifesa.
Dal Partito Democratico la dichiarazione che “non è nell’autodifesa la soluzione, serve un progetto capillare di educazione all’affettività che coinvolga non solo le scuole, ma anche luoghi di aggregazione, lavoro, Arci, Acli, parrocchie. Per crescere uomini liberi da pregiudizi e stereotipi”

“Pensare che le discipline di autodifesa siano la soluzione per sfuggire o salvarsi da un uomo violento – ha spiegato Davide Natale segretario del PD in Liguria –  significa caricare ancora una volta solo sulle spalle della donna la tutela della sua vita, che non passa da un gioco di forza, ma dal riconoscimento di diritti e dall’eliminazione di stereotipi e pregiudizi di genere”.

Per il PD “la Regione Liguria anziché prevedere un corso di autodifesa per aiutare le donne a proteggersi, presenti invece un progetto di educazione all’affettività con personale qualificato che coinvolga non solo le scuole, ma anche i luoghi di aggregazione; Arci; Acli; parrocchie; luoghi di lavoro, per raggiungere i giovani e anche le famiglie, e crescere uomini liberi, in grado di vedere nella donna una compagna, non una rivale né una sua proprietà. La violenza crescente contro le donne è preoccupante e richiede un cambio di mentalità, sembra essere arretrati di decenni. Le discipline di autodifesa si lascino alle dispute sportive. Con questa proposta la Regione svilisce il problema della violenza contro le donne, che è diventato un dramma e una piaga della nostra società non più accettabile”.

A stretto giro di posta arriva la risposta dell’assessore regionale alle Pari Opportunità Simona Ferro che in una nota spiega

“Il significato dell’evento che Regione Liguria promuove in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è stato completamente stravolto dall’opposizione. Le prove gratuite di autodifesa che si terranno sabato pomeriggio in piazza De Ferrari, infatti, rappresentano solo una parte di una serie di iniziative di più ampio respiro che affrontano a 360 gradi il dramma della violenza contro le donne”.

“Il programma dell’evento – aggiunge Ferro – sarà diffuso nelle prossime ore e vedrà la partecipazione dei centri antiviolenza, chiamati a illustrare i risultati ottenuti in questi anni e anche le principali criticità, nell’ottica di un percorso di dialogo e condivisione degli obiettivi. Illustreremo poi i risultati dei laboratori sulle pari opportunità che Regione Liguria ha promosso nelle scuole, nello sport e a teatro. Sarà presentato un importante convegno sulla violenza economica che si terrà proprio a Genova il prossimo 29 novembre. Infine ci saranno le prove gratuite di autodifesa: chi conosce queste discipline sa bene che non vanno intese come una mera risposta fisica a un atto di violenza. La pratica dell’autodifesa viene promossa da Regione Liguria non solo come un metodo efficace per difendersi materialmente da un’aggressione, ma soprattutto come un importante strumento per aumentare l’autostima, la consapevolezza, la proattività e l’integrità psicofisica di chi le pratica, in linea con lo slogan dell’evento “EnergicaMENTE”.
“L’opposizione sostiene che organizzare prove pratiche di autodifesa significhi caricare sulle spalle della donna la tutela della sua vita. Tutt’altro. Abbiamo bene a mente che l’unico colpevole, quando si verificano episodi di violenza sulle donne, è chi le aggredisce – conclude Ferro – Per questo apriremo quattro nuovi centri per uomini autori di violenza e lavoreremo per dare sempre più strumenti e risorse ai centri antiviolenza, oltre a continuare a promuovere la cultura del rispetto e delle pari opportunità a partire dai banchi di scuola. È sconcertante che all’indomani del tragico omicidio di Giulia Cecchettin, che ha sconvolto l’Italia, l’opposizione faccia polemica su un’iniziativa rivolta a sostenere le donne contro la violenza di cui troppo spesso sono vittime, senza nemmeno conoscerne a fondo il programma. Su temi così delicati e drammatici le forze politiche non dovrebbero mai fare polemiche, ma restare tutte unite dalla stessa parte. Dalla parte delle donne”.

Anche l’Associazione Generazione P si inserisce nella discussione con un intervento polemico sull’iniziativa

«Non sono le donne a doversi difendere. Sono gli uomini a non doverle uccidere. Il corso di autodifesa organizzato da Regione Liguria in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, è l’ennesima dimostrazione che la Regione di Toti non ha capito nulla del problema – polemizzano le attiviste e gli attivisti di Generazione P.

«Non abbiamo bisogno di questa ipocrisia», attaccano Eleonora Bartolini e Fabrizio Aloi, attivisti di Generazione P. «Serve sicurezza nel rispetto, non nella paura. Così si delega alle donne il compito della propria sicurezza e quasi si attribuisce loro anche la responsabilità del fenomeno. La Regione riconosce l’esistenza di un problema ma passa la palla alle donne su come affrontarlo», aggiunge Nadia Puntureri. «Tutto questo è assurdo: anziché corsi per difendersi bisognerebbe promuovere percorsi di educazione sessuale e all’affettività, psicologica ed emotiva».

Secondo il collettivo Generazione P la strada da seguire è un’altra. Deve essere obbligatoria l’educazione all’affettività nelle scuole. Servono più finanziamenti ai centri antiviolenza. Le donne devono poter contare sul lavoro di cura condiviso e su uno Stato sociale che aiuti davvero, e su stipendi pari a quelli degli uomini.

«L’indipendenza delle donne passa anche dalla loro indipendenza economica», commenta l’attivista Ornela Casassa. «Serve prevenzione, educazione, rispetto, consapevolezza. Non siamo nel far west dove la gente deve difendersi da sola. Se siamo a questo punto è anche e soprattutto per colpa di questa visione retrograda e superficiale frutto del patriarcato. Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale».

Per questo motivo gli attivisti e le attiviste di Generazione P si mobiliteranno per organizzare un momento di incontro, in rete con altre associazioni: combattere la violenza contro le donne deve essere un obiettivo comune di tutte e tutti.