Genova – Non si placa la discussione e le polemiche per la scelta di una maestra di scuola elementare di “rivelare” ai suoi studenti che Babbo Natale è solo una invenzione e che i regali li comprano i genitori.
Rischia grosso l’insegnante che in una classe di quarta elementare di Sestri Ponente avrebbe concluso una lettura di un brano sul Natale raccontando agli studenti che Babbo Natale è una invenzione e che, in realtà, a portare i regali sono familiari e genitori.
Dopo la denuncia di una mamma inferocita sui Social è infatti scoppiato il finimondo e l’opinione pubblica si è divisa tra chi vorrebbe addirittura il licenziamento dell’insegnante e chi invece la difende sostenendo che i bambini di quarta elementare sanno perfettamente o quantomeno lo sospettano, che il celebre personaggio natalizio è più una tradizione che un personaggio della realtà.
L’insegnante si è difesa sostenendo che la classe era già divisa tra chi era convinto dell’esistenza di Babbo Natale e chi invece si diceva certo che si tratti di una invenzione e che quando è stata interpellata non si è sentita di sostenere una “bugia” laddove l’età dei ragazzi è sufficientemente avanti da poter presumere che sia onesto nei loro confronti dire la verità.
L’opinione della maestra non vede però tutti concordi e sui social si è scatenata una vera “guerra” anche con commenti piuttosto accesi.
La questione è però fuoriuscita dal web per arrivare sul tavolo del Dirigente Scolastico che ora dovrà prendere una decisione. Redarguire la maestra oppure lasciare che siano le famiglie a gestire la curiosa “emergenza”.
La questione del Natale e dell’esistenza di Babbo Natale è più complessa di quanto sembri e non solo per questioni di tradizione.
Nelle classi ci sono ormai bambini che provengono da famiglie di culture diverse e addirittura chi, per religione, non crede nella esistenza di Babbo Natale e neppure potrebbe festeggiarlo il Natale, come tante altre feste anche più “universali” del Natale.
Definire come operare, quindi, è molto più urgente ed importante di quanto non si creda.