palazzo di Giustizia Tribunale GenovaGenova – Spunta anche un filone di indagine su un presunto scambio di favori tra Regione Liguria e Salone Nautico nelle carte della maxi indagine che ha provocato un terremoto giudiziario e politico in Liguria e portato all’arresto del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, del suo ormai ex capo di Gabinetto Matteo Cozzani, dell’ex presidente dell’autorità portuale di Genova e Savona, Paolo Signorini e dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli.
A darne ampia notizia, con il racconto dettagliato dei sospetti e dei risvolti dell’indagine, l’edizione ordierna de Il Secolo XIX che da settimane analizza con puntuale precisione e approfondimenti ogni aspetto della vicenda.
Dalle carte dei pm spunterebbe dunque il sospetto di un presunto giro di favori che sarebbe intercorso tra la Regione, che ha finanziato per oltre 700mila euro lavori importanti per l’edizione 2023 del Salone Nautico e un’azienda riconducibile alla famiglia dell’ex capo di Gabinetto del presidente Toti, Matteo Cozzani che avrebbe ricevuto un investimento pubblicitario da oltre 36mila euro.
Tutto avvenuto alla luce del sole e con fatturazioni registrate e dunque amministrativamente corrette, ma che non convince il team di magistrati che indaga sul caso per via di intercettazioni telefoniche che sembrano evidenziare delle “anomalie”.
Ancora una volta episodi che forse potrebbero essere definiti non esenti da un aleggiante “fumus” di conflitto di interessi senza però avere nulla, apparentemente, di penalmente rilevante, ma che, esaminate in un contesto più ampio potrebbero dimostrare una condotta sanzionabile.
Tutti elementi al vaglio degli inquirenti e che i legali degli indagati e delle parti citate nelle indagini potranno chiarire nel corso dell’evoluzione delle indagini ed eventualmente, nelle aule dei Tribunali.