Stefano Ballerari Giorno della MemoriaGenova – Seduta solenne, questa mattina alla assemblea legislativa della Regione Liguria, dedicata alle vittime della persecuzione nazista in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale
Ad aprire la seduta solenne il presidente del Consiglio regionale Stefano Balleari che ha pronunciato in sala questa dichiarazione:
“Vivo una grande emozione – ha detto Balleari – nell’aprire questa mia prima seduta solenne da presidente del Consiglio, ben consapevole dell’importanza simbolica che essa ricopre. Mi trovo oggi a dar voce, a nome di tutta l’Assemblea che mi onoro di presiedere, ad un momento indispensabile nella vita democratica ed istituzionale di questo luogo: dare nuova linfa alla memoria di tutte le vittime dell’olocausto. Il 27 gennaio di 80 anni fa, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico”.

“Quel giorno – ha proseguito Balleari si aprirono i cancelli del più inquietante esperimento di sterminio di massa che l’umanità ricordi, Auschwitz – Birkenau, ossia la più grande struttura, in termini dimensionali, appositamente eretta con il solo scopo di annientare degli esseri umani non considerati tali. In quel campo, così come in molti altri tristemente noti, i concetti di uguaglianza, democrazia, libertà, che parte dell’Europa aveva già conquistato ormai da molto tempo, vennero definitivamente cancellati, aprendo una ferita
la cui cicatrice non è mai del tutto scomparsa; indelebile, come i numeri tatuati sulle braccia dei deportati che trovarono la morte nella maniera più indegna.

“Proprio i numeri, la fredda statistica, possono fornire un’idea tangibile dell’entità di quella tragedia e ben sappiamo quanto quei numeri, ancora oggi, ci impressionino nella loro entità: milioni di morti, di cui centinaia di migliaia erano solo bambini. E non dimentichiamo, in questo drammatico calcolo, che agli internati, si devono inevitabilmente aggiungere anche tutti coloro che trovarono la morte nei quartieri ebraici in gran parte d’Europa, durante le uccisioni e i rastrellamenti di massa effettuati dalle SS”.

“Il germe dell’antisemitismo -ha ricordato Balleari – prese piede anche nell’Italia fascista, attraverso un disegno – sulla falsariga nazista – teso prima ad emarginare, poi a reprimere
ed infine a deportare e sterminare gli ebrei. La vita per gli ebrei in Italia iniziò a farsi difficile nel corso degli anni trenta e diventò impossibile con la promulgazione delle leggi razziali del 1938 che, ancora oggi, rappresentano il punto più basso della storia italiana. Una triste pagina per la nostra nazione, la cui condanna unanime da parte della politica rappresenta oggi un esempio di memoria condivisa. La mia attenzione, da uomo delle Istituzioni e da primo rappresentante di un’Assemblea Legislativa, in cui nascono leggi da un sano confronto tra i rappresentanti delle varie forze politiche, è quella di ricordare quanto sia necessario il nostro impegno affinché sia sempre garantita la libertà di pensiero e la libertà di espressione, affinché lo spirito democratico non venga mai prevaricato da rigurgiti totalitaristici di ogni colore e bandiera”.

“Non posso esimermi dall’osservare – ha detto ancora Balleari – con estremo rammarico, che i sentimenti di odio, tra cui l’antisemitismo, ancora oggi serpeggino tra frange di fanatici, che si sentono legittimati a divulgare, con le espressioni, ma, ancor peggio, con le manifestazioni di violenza – talvolta bruciando simboli religiosi bandiere che rappresentano un intero popolo – quegli stessi impulsi che portarono ad istituire un progetto di sterminio, una “soluzione finale”, come venne a suo tempo definita dai gerarchi che la idearono e la organizzarono.
Manifestazioni, queste, che non degenerano solo grazie al
prezioso lavoro delle forze dell’ordine, sempre pronte a garantire sicurezza e legalità nel pieno rispetto della nostra Costituzione. La politica, dal canto suo,
dovrebbe sempre avere il coraggio di prendere le
distanze e condannare le violenze.

L’aggressione di Hamas del 7 ottobre del 2023 che ha causato l’ennesimo conflitto in medio-oriente, così le guerre tuttora in corso nel mondo, dimostrano che non è mai possibile dare per scontato il definitivo raggiungimento della pace e della stabilità
dei principi democratici.

La politica, le diplomazie, la scuola e le famiglie,
hanno il dovere di continuare ad adoperarsi, dando vita ad un impegno costante che si esprima sia nelle
attività istituzionali, sia nella progressiva evoluzione
dei sistemi di istruzione, scolastici ed universitari,
affinché il senso civico, il rispetto verso il prossimo, l’accettazione delle diversità e la protezione
delle fasce deboli, garantisca – con serietà e pragmatismo – l’uguaglianza e la piena parità dei diritti.

È per tali ragioni, infatti, che la Regione Liguria
ha promulgato la Legge n. 9 del 16 aprile 2004, per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana, con essa istituendo la Seduta Solenne in occasione del Giorno della Memoria e,
in particolare, l’istituzione di borse di studio
per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado.

Mi rivolgo proprio voi, cari ragazzi: siete coloro che saranno chiamati, un domani più vicino di quanto pensiate,
a ricoprire un ruolo attivo nella società, dovendo dimostrare, in ogni vostra azione, il rispetto verso il prossimo e verso la vostra Patria. Alcuni di voi, è il mio augurio,
saranno i prossimi rappresentanti della politica di domani, magari, sedendovi proprio tra questi banchi.

Non intendo dilungarmi oltre, perché, più delle parole,
dobbiamo dimostrare con i fatti tutti questi buoni principi: questo è ciò che i cittadini vogliono e questo è il motivo per cui siamo stati chiamati a ricoprire il nostro ruolo.

Lascio, quindi, la parola alla Prof.ssa Chiara Dogliotti, che, onorandoci della sua presenza in questa importante occasione e che ascolteremo con grande interesse, ci racconterà la testimonianza di Liana Millu, giornalista pisana arrivata a Genova nel 1940, entrata in clandestinità nel ’43 per militare nella Resistenza, arrestata a Venezia un anno dopo e deportata nel campo di Auschwitz-Birkenau.

la storica Chiara Dogliotti ha tenuto l’orazione ufficiale ricostruendo la drammatica esperienza della scrittrice toscana
Al termine della cerimonia si è svolta la premiazione degli studenti liguri vincitori della 17esima edizione del concorso “27 gennaio: Giorno per la Memoria”

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