incendio tetto via Piacenza 14 febbraio 2023Genova – Si infittisce il giallo della richiesta di risarcimento avanzata dal Comune di Genova all’amministrazione del palazzo di via Piacenza che ha visto il tetto distrutto da un incendio nel febbraio del 2023. La notizia della comunicazione inviata all’amministratore – e di conseguenza ai Condomini – nella quale si chiede il rimborso delle spese di sistemazione delle famiglie che hanno perso la casa, incendia i social e divide tra chi vi legge una richiesta legale di far parte dei “risarciti” in caso di presenza di coperture assicurative e chi, invece, giudica quantomeno “fuoriluogo” chiedere alle famiglie che hanno perso tutto di risarcire quanto è stato speso per aiutarle. Richieste, lo ricordiamo, sino a 11mila euro.
Il Comune, nella serata di ieri, ha inviato ai Media una sorta di “precisazione” nella quale si chiarisce che le richieste economiche non sono rivolte alle famiglie ma al responsabile dell’incendio eventualmente identificato o alle assicurazioni chiamate a risarcire i danni.
Una interpretazione che, però, viene contestata dalle famiglie sfollate da due anni e che, oltre alle spese che stanno sostenendo per i mutui, per i lavori di ricostruzione e per le sistemazioni, rischiano ora di doversi difendere in Tribunale da una richiesta che a loro pare assurda.
Ecco il testo della nota diffusa dal Comune di Genova:
«A seguito dell’incendio in via Piacenza 17 del febbraio 2023, il Comune ha garantito una soluzione abitativa agli sfollati per periodi superiori ai tre giorni di emergenza.
Gli importi corrisposti per garantire vitto e alloggio alle famiglie costituiscono un danno subito dall’Ente che, con denaro pubblico, ha fatto fronte ad una situazione drammatica. Qualora venga accertata la responsabilità dell’impresa che stava eseguendo i lavori di ripristino del tetto ed intervenga l’assicurazione anche del condominio, è necessario che venga riconosciuta anche questa voce di danno al Comune, il quale deve essere parte alla transazione che può intervenire tra i danneggianti ed i danneggiati.
Pertanto, quanto comunicato attraverso la nostra Avvocatura non è una richiesta di risarcimento diretta alle famiglie danneggiate ma un atto dovuto per un’eventuale rivalsa una volta individuate le responsabilità».
A fare la dichiarazione, apparentemente chiarissima, è l’assessore all’Avvocatura e Affari Legali Lorenza Rosso che si esprime in merito alla situazione relativa alla riscossione crediti per le spese sostenute dal Comune di Genova in seguita all’emergenza abitativa dei condomini.
A stretto giro di posta, però, le famiglie chiedono di chiarire alcuni punti della comunicazione inviata all’amministrazione del Condominio e che sembrano dire esattamente il contrario.
Ecco il testo della lettera inviata all’amministratrice del condominio
“Con delibera di Giunta Comunale n. 346/2010 l’Ente ha deliberato di tenere a proprio carico le suddette spese per i primi tre giorni di accoglienza, al fine di consentire il temporaneo superamento della prima emergenza, ma deve procedere a recuperare le spese sostenute per il restante periodo.
Le chiediamo quindi di voler rappresentare l’esistenza di tale debito dei Suoi Assistiti verso il Comune di Genova nel corso delle trattative che ci risultano pendenti tra i danneggiati, il Condominio e il soggetto presumibilmente danneggiante e le rispettive Compagnie assicuratrici e comunque di tenerne conto prima della sottoscrizione da parte dei Suoi Assistiti di qualsivoglia accordo transattivo.
Confidiamo in una piena collaborazione in tal senso, poiché, qualora al saldo di tale debito non sia provveduto, in via diretta o indiretta, da parte di altri soggetti, il Comune di Genova si vedrà costretto a richiederne il pagamento ai suoi clienti.

Parole che, però, non sembrano lasciare molto spazio alle interpretazioni. Il Comune scrive nero su bianco che, nel caso le assicurazioni o l’eventuale identificato responsabile dei danni, non pagassero, l’azione di rivalsa si attiverebbe contro il Condominio e, di conseguenza, contro le famiglie sfollate. Quindi il contrario di quanto sembra suggerire la nota diffusa.
A chiarire che le responsabilità sono attribuite quantomeno “anche” alle famiglie, c’è poi un altro passaggio della lettera:
“Con l’occasione chiediamo anche cortesemente di voler comunicare i dati dell’amministrazione del Condominio e i riferimenti della polizza assicurativa condominiale, nonché ogni elemento a Sua conoscenza utile al fine di individuare i soggetti responsabili dell’evento, affinché questa Amministrazione possa assumere ogni ulteriore ed opportuna iniziativa”.
Se non vi fosse intenzione di agire eventualmente in giudizio avverso il Condominio, infatti, quale necessità ci sarebbe di chiedere l’identificazione del soggetto da chiamare in causa?
La vicenda, quindi, si complica ancora, e vede da un lato la civica amministrazione probabilmente nella necessità legale di dimostrare di aver fatto quanto possibile per recuperare le somme sborsate e, dall’altra, lo stupore delle famiglie che hanno perso tutto nell’incendio e che dopo due anni ancora attendono di poter rientrare nelle loro abitazioni e ora rischiano di dover pagare anche gli aiuti ricevuti.
Una questione di lana caprina che richiederà complesse e costose analisi legali che potrebbero costare più delle somme che si andrebbero (eventualmente) a recuperare da famiglie già al limite della solvibilità e che, in caso di soccombenza, potrebbero non avere neppure il denaro per pagare spese legali e risarcimento.

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