Genova – Sono ore concitate per la Giglio Bagnara di via Sestri e per i 29 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro entro la fine dell’anno. La notizia dell’apertura delle procedure di liquidazione dell’attività che a Sestri opera da oltre 155 anni sta scatenando una forte reazione e oggi i vertici societari, i rappresentanti dei lavoratori e l’assessore al Lavoro Mario Mascia si incontrano per iniziare a verificare i possibili interventi che possono essere messi in campo per scongiurare il peggio o per trovare un investitore in grado di rilevare l’attività.
Un cammino in salita secondo molti osservatori, soprattutto per il tipo di crisi che si sta abbattendo sul punto vendita e che secondo gli stessi proprietari è complessa e di non semplice soluzione.
Alla crisi economica della città e del commercio locale, infatti, si aggiungono certamente le nuove abitudini d’acquisto, con operatori online in grado di offrire merci a prezzi molto più vantaggiosi in forza di assetti societari e logistica che sta trasformando il mondo intero, anche grazie a “paradisi fiscali” mai davvero contrastati.
Ma, a preoccupare ancor più i Sestresi sono le “voci” che da tempo accompagnavano le indiscrezioni sulle difficoltà crescenti della Giglio Bagnara ovvero le ipotesi di progetti per la trasformazione dell’immobile in un albergo o in mini alloggi “a servizio” della crescita prevista (e prevedibile) della Fincantieri che, con il ribaltamento a mare, potrebbe aver bisogno “a breve” di raddoppiare il numero del personale impiegato.
Un “due più due” che sta facendo molto discutere, specie sui social, dove l’ipotesi agita i residenti, sempre più preoccupati di una trasformazione del quartiere in una sorta di enclave di operai (e famiglie) in arrivo dai paesi meno sviluppati.
Le ipotesi di veder trasformato l’immobile che ora ospita il punto vendita in mini appartamenti da affittare temporaneamente alla manodopera straniera o in un albergo per ospitare i livelli intermedi non sembra tanto fantascientifica.
Anche per questo mercoledì 26 febbraio, dalle 14, è stato organizzato un presidio davanti all’azienda, per chiedere sostegno ai lavoratori che rischiano il posto ma anche la massima attenzione delle istituzioni ad un progetto che è partito per rendere ancora più forte una delle attività produttive più importanti del quartiere ma che rischia proprio con la sua crescita esponenziale, di trasformare la faccia di una zona già piuttosto “complessa”.
Attesa per le posizioni che verranno espresse dai candidati alle elezioni per la poltrona da sindaco. In parte coinvolti direttamente nelle scelte fatte ed in parte a candidarsi per un cambiamento di orizzonte su temi importanti come quelli del lavoro, e sulle politiche abitative.
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