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Genova, riapertura forno elettrico a Cornigliano, il parere di Federico Valerio

Acciaierie Cornigliano vecchia GenovaGenova – “Una proposta oscena”, così il ricercatore e chimico ambientale Federico Valerio, celebre per le sue battaglie contro l’inquinamento delle acciaierie a Cornigliano definisce il progetto di riportare le lavorazioni a caldo nel quartiere che per decenni ha pagato un prezzo altissimo alla produzione dell’acciaio in Italia.
Sul suo blog “Scienziato Preoccupato“, Federico Valerio ricorda il pesante tributo, in salute e vite umane, pagato dal quartiere di Cornigliano al periodo delle lavorazioni a caldo, con le fusioni degli altoforni che “sparavano” sostanze tossiche e cancerogene nell’aria ed è assolutamente contrario all’idea di riaprire – anche con forni elettrici – tali lavorazioni a Cornigliano.
“Solo un governo di estrema destra – scrive Valerio nel suo Blog – ideologicamente contrario a norme comunitarie a tutela della qualità dell’ambiente e della salute e impegnato ad una sistematica demolizione dei “lacci e lacciuoli” previsti nelle Valutazioni di Impatto Ambientale e Sanitario, poteva fare l’oscena proposta di riprendere la produzione di acciaio a Genova Cornigliano, con un forno elettrico, alimentato da migliaia di tonnellate al giorno di rottami di ferro”. Dichiarazioni molto forti in una città che ha da poco ripreso la guida “a sinistra” con la vittoria della sindaca Silvia Salis.
“Genova e in particolare Cornigliano – prosegue Valerio – dal 2002, con la chiusura della cokeria, seguita, nel 2005, dall’abbattimento degli altiforni, ha posto fine alla sciagurata idea, nata nel dopoguerra, di produrre acciaio in mezzo alle case di un quartiere densamente popolato. Durante i 52 anni di pesante inquinamento dell’aria, dentro e fuori la fabbrica, con polveri, ossidi di azoto, anidride solforosa, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, diossine, i lavoratori dell’Italsider e la popolazione di Cornigliano hanno pagato un caro prezzo, sotto forma di gravi danni alla propria salute e minore aspettativa di vita.
La chiusura delle aree a caldo ha rapidamente prodotto un netto e costante miglioramento dell’aria del quartiere”.
Il chimico ambientale Federico Valerio, nel suo blog ricorda come, con la cokeria in funzione, presso le abitazioni distanti 500 metri dagli impianti, si registravano, mediamente, circa 5 nanogrammi di benzopirene, un potente cancerogeno, per metro cubo d’aria. Il 7 febbraio del 2002, il giorno dopo la chiusura della cokeria, come previsto, il benzopirene scendeva costantemente a 0,3 nanogrammi per metro cubo, un valore nettamente inferiore al limite annuale di 1 nanogrammo per metro cubo, ancora oggi in vigore.
“Come ci si aspettava – prosegue Valerio – respirare aria più pulita ha subito fatto bene a ragazzi e ragazze, da 0 a 14 anni. Uno studio, effettuato nel 2005 dall’Istituto Nazionale Ricerca Tumori di Genova, ha evidenziato come, con l’acciaieria in funzione, il tasso di ricoveri ospedalieri per problemi respiratori dei giovani di Cornigliano fosse costantemente più elevato dei ragazzi residenti in altri quartieri della città: da 10 a 25 ricoveri in più, all’anno.
Chiusa la parte a caldo dell’acciaieria, quella più inquinante, questa differenza è sparita!
Quindi gli abitanti di Cornigliano hanno abbondantemente già dato allo sviluppo e all’occupazione della città ma, inaspettatamente, continuano a “dare”: ancora oggi, nel quartiere di Cornigliano, anno dopo anno, si continua a registrare il maggiore tasso di mortalità maschile e femminile, rispetto a tutti gli altri quartieri genovesi.
Una possibile spiegazione di questo singolare fatto, riscontrato anche in altre aree pesantemente inquinate, potrebbero essere i danni epigenetici indotti da due inquinanti emessi in grandi quantità nella produzione dell’acciaio: gli idrocarburi policiclici aromatici e le diossine.
Si tratta di particolari danni al DNA che, senza modificarlo, ne altera l’espressione, favorendo tumori e malattie.
Alterazione che si trasmette, con gli stessi effetti, di generazione in generazione”.
Come chimico ambientale Valerio ricorda poi che “un’ampia letteratura scientifica dimostra che nelle emissioni in atmosfera di forni elettrici, anche quelli definiti “green”, sono presenti idrocarburi policiclici aromatici e diossine, in quantità tutt’altro che trascurabile. Evidentemente il disprezzo della conoscenza, l’ignoranza delle esperienze, il mito della crescita infinita, continua a generare mostri”.

Chi è Federico Valerio:
Federico Valerio è un chimico ambientale, classe 1946
Nel 1973 è stato assunto come assistente chimico presso il Consorzio Antineoplastico della Provincia di Genova.
Nel 1980 diventa assistente di ruolo dell’Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova
Nel 1993 è nominato Aiuto presso lo stesso Ente, con la responsabilità della conduzione del servizio di Chimica Ambientale, carica mantenuta fino a Gennaio 2012.
Dal febbraio 2012 in congedo, per raggiunti limiti d’età
Ha fatto parte di gruppi di lavoro UNICHIM e dell’Istituto Superiore di Sanità, è stato consulente della Regione Liguria per la tutela della salute negli ambienti di lavoro, membro del Comitato Tecnico Scientifico della Regione Liguria e perito d’ufficio in diverse cause ambientali.
Il laboratorio da lui diretto è stato dichiarato dal Community Bureau of Reference (BCR), Laboratorio Certificante le concentrazioni di IPA nei seguenti campioni di riferimento: CRM 088 (fanghi), CRM 254 (terreni industriali), CRM 535 (sedimenti).
Ha realizzato indagini, finalizzate a valutare l’esposizione della popolazione a cancerogeni per conto di: Regione Liguria, Comuni di Genova, La Spezia, Quattordio (Al), Ceranesi (GE), Spinadesco (CR), Gubbio, Cologna Veneta (VR), Quiliano (SV), Savona, Sarzana, Provincia di Genova e La Spezia e per diversi Enti pubblici e privati, AMIU, ENEL, ACI di Massa e La Spezia, Legambiente.
E’ primo autore di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali.
Ha acquisito esperienze sulla gestione di rifiuti tossici, sull’impatto ambientale dei trattamenti a caldo e a freddo dei rifiuti urbani, dei cementifici e degli impianti a biomasse. Su questi argomenti ha fornito e fornisce consulenza a Comuni, Enti Pubblici, Comitati.
Iscritto all’Ordine dei Chimici.
E’ membro della Società Italiana Chimici.
Nel 2009 è stato nominato responsabile scientifico dell’Osservatorio Salute – Ambiente, istituito dal Comune di Genova.
Nel 2013 e fino a marzo 2014 ha fatto parte del Comitato Tecnico Scientifico per la Legge di Iniziativa Popolare “RIFIUTI ZERO”.
Responsabile del Gruppo di Lavoro “Sviluppo Durevole” di Italia Nostra, Sezione di Genova
Dal 2015 fa parte del Comitato Scientifico dell’Ecoistituto Reggio Emilia-Genova
Attualmente svolge un’intensa attività di divulgazione scientifica, anche come componente del Comitato scientifico dell’Università Popolare dell’ Età libera Uniauser e responsabile dei corsi di ECOlogia e ECOnomia

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