Genova – Hanno manifestato savanti alla Prefettura chiedendo garanzie per il futuro e denunciando che, laddove i contratti si interrompessero come previsto, la Giustizia italiana rischierebbe il collasso perché non verrebbe coperto neppure il ricambio del personale che va in pensione per raggiunti limiti di età.
Denuncia confermata anche dai sindacati che, questa mattina, sono scesi in piazza insieme ai lavoratori.
“Abbiamo chiesto alla Prefettura ha spiegato il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Genova Luca Infantino – di farsi tramite con il Governo per sanare una situazione incredibile: il prossimo giugno la maggior parte delle figure professionali della Giustizia assunte con le risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza resteranno a casa e questo significherà la paralisi organizzativa della Giustizia”.
l’allarme arriva a margine dell’incontro avuto con i vertici della Prefettura di Genova nel corso dello sciopero proclamato dal sindacato per la giornata odierna.
Operatori data entry, funzionari tecnici, funzionari degli uffici per il processo, sono figure professionali assunte con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, di fatto e solo in parte, sopperiscono alla annosa carenza di organico del comparto.
A livello nazionale sono 12 mila le lavoratrici e lavoratori – oltre un centinaio a Genova – senza i quali è a rischio la chiusura dei progetti del PNRR, i carichi di lavoro per il personale di ruolo sarà ancora più insopportabile, la giustizia andrà ancora più a rilento.
Al momento non sono state stanziate le risorse necessarie per stabilizzare il personale e questo nonostante negli ultimi tre anni la giustizia ha potuto contare sul loro straordinario contributo rivolto all’ammodernamento del sistema, la riduzione dell’arretrato e la facilitazione dell’innovazione digitale e organizzativa.