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Genova, nido di vespa killer velutina a Quarto Castagna

Vespa velutinaGenova – Un altro grosso nido della pericolosa Vespa Velutina è stato individuato in ambiente cittadino, su un albero all’interno del parco della Società Missioni Africane in via Borghero a Quarto Castagna. Una presenza della quale, probabilmente, non sono informati nemmeno i proprietari del terreno.
E’ ancora allarme, in città, per l’espansione dell’insetto che fa strage di api ed altri impollinatori e costituisce un pericolo anche per le persone.
Dopo il ritrovamento del nido di calabrone asiatico a Sant’Ilario e a Castelletto, un’altra segnalazione arriva da Quarto dove il grosso nido è stato avvistato su un albero presente nel parco della villa che ospita la Società Missioni Africane.
La Vespa vellutina conferma la sua espansione, praticamente incontrastata, anche tra le abitazioni e i palazzi e viene segnalata “in caccia”, mentre fa strage di api, da Nervi sino a Pegli, senza risparmiare il centro cittadino.
Si stanno confermando i timori più pessimistici di chi da anni denuncia la situazione senza trovare ascolto nelle istituzioni.
“Non si fa abbastanza per contrastarle – spiegano gli Amici delle Api – e nonostante i ripetuti appelli non è cambiato nulla rispetto allo scorso anno quando furono individuati ben 10 nidi e la maggior parte di essi non è stata neutralizzata in tempo”.
Ora che anche le associazioni degli apicoltori si sono “arrese”, ammettendo di non aver alcun peso nelle scelte di chi dovrebbe contrastare l’avanzata degli insetti, i Cittadini sono sempre più indifesi e non sanno come intervenire.
“C’è un solo neutralizzatore di nidi in tutta la provincia di Genova – spiegano le associazioni – e nonostante gli appelli alla Regione, responsabile della lotta alla velutina, chi ha superato il corso regionale da neutralizzatore ed è autorizzato ad intervenire “sulla carta”, non può fare nulla perchè mancano i “passaggi burocratici” che sono fermi allo scorso anno”.
Secondo quanto denunciano le associazioni degli apicoltori della Liguria, infatti, ci sarebbe un solo operatore autorizzato, in forza alla Protezione Civile di Bogliasco, che dovrebbe intervenire da Deiva Marina a Cogoleto, dalla costa all’entroterra, nel tempo libero e come volontario con rimborso di circa 50 euro a nido distrutto.
“C’è chiaramente un problema – denunciano le associazioni – e nessuno sembra preoccuparsi del pericolo rappresentato dai nidi che crescono in mezzo alle case. Nidi con migliaia di vespe killer, in grado di uccidere una persona con una sola puntura nel caso di allergie e ben in grado di fare altrettanto con persone sanissime in caso di attacco simultaneo di più individui”.
In Francia, dove la vespa velutina è presente ormai da anni, si registrano diversi decessi anche tra escursionisti “incappati” nei nidi che il calabrone asiatico costruisce ovunque, anche sotto terra e tra i cespugli.
“I colleghi francesi – proseguono gli apicoltori – ci inviano foto di nidi trovati persino nei tombini. Non riusciamo a capire perché il problema non venga preso nella dovuta considerazione”.
Una risposta ci potrebbe essere. Con la fine del programma europeo di lotta alla velutina, terminato con i fondi nel 2017, la Regione Liguria ha affidato il difficile compito di combattere il pericoloso insetto al Parco Naturale delle Alpi Liguri, nell’imperiese, con una dotazione economica risicata e ben diversa rispetto ai piani pluriennali varati dall’Unione Europea che ha finanziato per 2 milioni e mezzo la distruzione dei nidi nell’imperiese, quando la situazione si è fatta davvero grave e gli apicoltori erano disperati per il crollo della produzione di miele e per la strage di famiglie di api.
La vespa velutina, infatti, nutre le proprie larve carnivore, con le api catturate negli apiari, gli allevamenti dei laboriosi insetti impollinatori.
Nella sua opera di sterminio, però, attacca anche la frutta, con pesanti conseguenze per la coltivazione, e gli altri insetti, danneggiando la biodiversità che rende produttivi i terreni agricoli.
“Come si può pensare – spiegano le associazioni degli apicoltori – di combattere la velutina con fondi risicati e delegando a una sola persona la distruzione dei nidi dell’intera provincia? Il Comune di Genova non ha neppure inserito la velutina nell’elenco degli animali pericolosi e non ci risulta abbia un piano di intervento per contrastarla”.
Le associazioni degli apicoltori, però, non sono “unite” sull’argomento e se alcune sembrano rassegnate alla sconfitta nella battaglia contro l’insetto alieno ed invasore, altre sono accanite e non demordono.
“Purtroppo – spiegano gli Amici delle Api – molti hanno puntato tutto sulle arpe, trappole elettriche che riducono l’impatto della predazione negli apiari. Si tratta certamente di importanti strumenti ma abbiamo forti dubbi sulle “storielle” che vengono raccontate in giro circa l’effetto che le arpe avrebbero sui nidi di velutina. E senza distruggere i nidi, la lotta è, a nostro parere, del tutto inutile perché omette di impegnare le istituzioni sull’obiettivo principale: eliminare la minaccia mentre sta crescendo”.
In pratica, secondo molti osservatori, le arpe si limiterebbero a impedire il blocco del volo delle api che vanno a raccogliere il miele ma non avrebbero alcun peso, o comunque solo marginale, sulla crescita dei nidi.
“Il numero delle vespe in caccia aumenterà di anno in anno – prevedono gli Amici delle Api – e quando ci saranno decine e decine di nidi, il loro effetto si ridurrà e le api saranno nuovamente in pericolo. Arrendersi, come purtroppo hanno fatto in molte organizzazioni, non salverà gli apicoltori dalle velutine e noi crediamo che le istituzioni debbano fare la loro parte, non solo per le api, ma anche per evitare che nei prossimi anni ci siano delle vittime anche tra le persone che corrono dei pericoli ormai innegabili”.
Il nido di vespa velutina di via Borghero verrà segnalato all’ente parco per attivare la procedura di distruzione che deve essere fatta da personale specializzato e formato ed in possesso delle autorizzazioni regionali. L’intervento è totalmente gratuito anche sui terreni privati ed occorre semplicemente segnalare la scomoda presenza ed aspettare.
“Purtroppo i tempi di attesa sono piuttosto lunghi – spiegano ancora all’associazione Amici delle Api che hanno aperto appositamente una pagina Facebook (Vespa velutina a Genova e Provincia) dove si possono chiedere informazioni e pubblicare foto che possono essere utili all’identificazione.
“Ci sono poche informazioni e le persone sono confuse – proseguono gli Amici delle Api – e per questo crediamo sia importante sensibilizzare attraverso i social e ogni strumento utile a far girare le informazioni. Ci piacerebbe che lo facessero le istituzioni ma non è così. E purtroppo c’è chi ne approfitta chiedendo denaro per rimuovere i nidi e intervenendo in modo inopportuno e sbagliato come già accaduto”.
Il nido di vespa velutina deve essere individuato e “mappato” con una posizione gps che va comunicata per consentire agli operatori di sapere dove intervenire.
L’operatore effettua un primo sopralluogo e decide come intervenire. Di solito lo fa indossando una robusta tuta protettiva per difendersi dall’attacco delle vespe, poi si avvicina al nido con una lunga asta che porta sulla cima un puntale in metallo, simile ad un grosso ago.
L’operatore “buca” il nido con il puntale e “soffia” dentro una polvere insetticida che uccide gli insetti.
Occorre agire con competenza e non distruggendo o asportando subito il nido perchè se la regina fosse all’esterno potrebbe salvarsi e ricominciare la costruzione di un nuovo nido.
“E’ importante che tutti diano il loro contributo alla lotta alla velutina – spiegano ancora all’associazione Amici delle Api – tenendo d’occhio gli alberi che in questa stagione iniziano a perdere le foglie mettendo in mostra le grosse “palle” color cartone, appese agli alberi. Sono i nidi delle velutine che si preparano a rilasciare decine, forse centinaia di regine feconde che sverneranno e fonderanno altri nidi”.
Proprio per questo è importante che le segnalazioni siano tempestive e gli interventi di distruzione altrettanto. Un nido non distrutto rilascia un numero impressionante di insetti pronti a riprendere il ciclo vitale a primavera.
“Lo scorso anno sono stati individuati 10 nidi nella sola area abitata di Genova – spiegano gli Amici delle Api – e come abbiamo denunciato, solo alcuni sono stati neutralizzati. Questo ha fatto esplodere le presenze quest’anno e ci aspettiamo un numero almeno doppio. E andrà avanti così, con la diffusione sempre più rapida e capillare, sino a quando non ci decideremo ad intervenire”.
(nella foto sotto il nido di Quarto Castagna)
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