Genova – Un buco da 90 milioni di euro e la ricerca urgente di 10 milioni di euro dalle tariffe e 50 milioni dalla Regione Liguria attraverso il contratto di servizio.
E’ drammatica la situazione presentata questa mattina, durante la commissione consiliare a Palazzo Tursi, dal presidente di Amt Federico Berruti sulla reale situazione di indebitamento di AMT che da settimane agita i pensieri della sindaca Silvia Salis ma anche di tutti coloro che, nelle precedenti amministrazioni, hanno gestito la difficile situazione dell’azienda.
I vertici di AMT hanno infatti confermato che la crisi è “strutturale” e non è nata recentemente, aprendo la strada di possibili future contestazioni e alla necessità, condivisa in modo bi-partisan di “far luce” su quanto avvenuto in questi anni e come sia stato possibile che un’azienda che offriva la gratuità dell’abbonamento ad una fascia di persone over 70 dalle 9,30 del mattino sino a fine servizio, possa averlo fatto con una situazione economica che accumulava perdite pesantissime.
Secondo quanto dichiarato nell’aula di Palazzo Tursi, infatti, al 31 agosto 2025 il debito di AMT avrebbe raggiunto i 57 milioni con una previsione di “buco” stimato per il marzo 2026 di 46 milioni di euro.
Disavanzo portato da scelte del passato – secondo il presidente AMT Berruti – tra le quali una errata stima delle entrate da “sanzioni” (le multe per il mancato pagamento del biglietto) che sono state valutate al 37% contro un precedente storico di un decimo (3,5%) Immediato il ricorso alla composizione negoziata della crisi, il meccanismo legale che permette all’azienda di sospendere per sei mesi (rinnovabili) l’obbligo di ricapitalizzazione ma il prossimo passo sarà il più delicato perché riguarderà la nomina di uno o più esperti che valuteranno la situazione permettendo all’azienda di chiedere misure al Tribunale in modo da evitare l’assalto dei creditori che attendono il pagamento di fatture per importi molto importanti.
La speranza per salvare AMT passerebbe ora da due importanti quando difficili passaggi: il primo è un aumento dei versamenti del contratto di servizio con le istituzioni (in primis con Regione Liguria). Le casse di piazza De Ferrari potrebbero essere chiamate a versare 50 milioni di euro aggiuntivi.
L’altro passaggio riguarderebbe invece i “clienti”, ovvero i viaggiatori che potrebbero essere chiamati a pagare un aumento dei costi per circa 10 milioni di euro.
Tutto questo, naturalmente, nell’ottica dell’intenzione, confermata oggi, di mantenere pubblica l’azienda e non ricorrere all’apertura ad un soggetto privato che possa rilevare quote dell’azienda a fronte del pagamento di somme di svariate decine di milioni di euro.
I primi passi, quindi, riguarderanno un ulteriore salasso per i viaggiatori. Inizialmente piccoli ritocchi e mantenimento delle attuali agevolazioni ma poi, presumibilmente dall’inizio dell’anno, potrebbe scattare un piano “lacrime e sangue” che già preoccupa le associazioni dei consumatori che si domandano perché debbano essere i Cittadini a pagare per gli errori – se di errori si tratta – di chi ha compiuto scelte “discutibili” nel recente passato.
Nel vertice tra il presidente di AMT e il vice sindaco Alessandro Terrile, che ha anche la delega al Bilancio, è stato confermato che i problemi di bilancio erano noti da marzo 2025 e che il bilancio 204 non è mai stato approvato.
Aperto il “bubbone” ora la parola passa ai tentativi di risoluzione dell’emergenza. Nei prossimi giorni ci saranno gli incontri con sindacati e soggetti interessati, per discutere possibili manovre e tagli che potrebbero essere necessari per evitare il disastro.
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