Genova – Carcere a vita. E’ la richiesta di condanna presentata oggi dal pubblico ministero nell’udienza del processo per l’omicidio di Nada Cella, la ragazza uccisa quasi 30 anni fa nell’ufficio del commercialista Marco Soracco, a Chiavari. Ergastolo per Anna Lucia Cecere la donna rientrata nell’inchiesta sulla morte della giovane, trovata massacrata con un oggetto contundente, nel maggio del 1996, dopo esserne uscita una prima volta, ai tempi del tragico delitto.
A distanza di tanti anni il cold case dell’omicidio di Chiavari arriva ad una richiesta di condanna dopo un lungo processo nel quale non è stata portata in aula la “pistola fumante”, la prova regina in grado di inchiodare il presunto colpevole alle sue responsabilità.
Un processo difficile sia per i decenni trascorsi dal delitto e sia perché, inizialmente, le indagini erano state condotte con lacune messe in risalto dalla nuova inchiesta.
In primis il ritrovamento di alcuni bottoni nell’abitazione dell’attuale indagata e simili a quello trovato sul luogo del delitto, sporco di sangue e che non apparteneva a nessun indumento indossato dalla vittima.
Poi la lunga serie di errori sulla mancata identificazione di testimoni che oggi potrebbero fare la differenza, a partire dalla donna che chiamava in casa di Soracco, datore di lavoro della vittima, e parlando con la madre raccontava di aver visto l’indagata andar via trafelata e “sporca” dalla zona dove si trova il luogo del delitt























