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Gaza, Save the children: maltempo e restrizioni israeliane bloccano aiuti ai bambini

Gaza bambinaGaza – Ancora violazioni dei diritti dei bambini e crimini contro l’umanità nella Striscia, a denunciarli l’organizzazione umanitaria Save the Children secondo cui maltempo e le restrizioni israeliane agli aiuti interrompono i servizi vitali per i bambini
Secondo quanto denunciato il valico di Rafah, l’unico attraverso il quale passano gli aiuti umanitari, viene aperto in un’unica direzione con una violazione degli obblighi israeliani ai sensi del diritto internazionale. Save the children sta distribuendo 2 milioni di dollari in aiuti in denaro per aiutare le famiglie ad acquistare al mercato il necessario per l’inverno.
Oggi sono tornate le tempeste a Gaza e i bambini non possono accedere ai necessari servizi di protezione e supporto psicosociale, mentre gli aiuti bloccati dalle restrizioni israeliane rendono ancora più duri i freddi invernali.
Quattro degli otto Spazi a misura di bambino dell’Organizzazione sono stati costretti a chiudere durante le violente tempeste del mese scorso, poiché i campi sono stati allagati o danneggiati da una combinazione di acqua piovana e liquami a causa della distruzione dei sistemi igienico-sanitari durante due anni di bombardamenti israeliani.

Negli Spazi rimasti aperti, gli operatori hanno registrato un drastico calo delle presenze durante le tempeste, perchè le cattive condizioni del terreno dopo le forti piogge, così come la mancanza di indumenti di base come giacche e scarpe, hanno costretto i bambini a rimanere nelle loro tende. La partecipazione dei minori più grandi, in particolare degli adolescenti, è diminuita perché hanno dovuto aiutare le loro famiglie a riparare le tende dopo la tempesta.

Con le piogge torrenziali che tornano a colpire Gaza – dove quasi l’intera popolazione è stata costretta ad abbandonare le proprie case – è particolarmente importante che le autorità israeliane rimuovano le restrizioni sugli aiuti e consentano l’ingresso nella Striscia di beni essenziali attualmente vietati, come i pali delle tende, e di maggiori forniture invernali come tende, beni per ripararle, vestiti caldi e coperte.

“È straziante parlare con i genitori e i bambini qui. Le restrizioni impediscono qualsiasi ricostruzione e il ritorno a una parvenza di normalità per i più piccoli, come una casa e l’accesso all’istruzione formale. I nostri Spazi a misura di bambino e i centri di apprendimento temporanei offrono loro un po’ di tregua dagli orrori degli ultimi due anni. Ma ora non riescono nemmeno a ottenere questo. Il maltempo, sommato ai danni subiti negli ultimi due anni, rende impraticabili alcune delle “strade” rimanenti di Gaza, e i servizi offerti sono irraggiungibili per bambini e famiglie. Un genitore mi ha detto che non può comprare scarpe ai propri figli. Un altro bambino mi ha raccontato che passa la notte sveglio al freddo perché le sue lenzuola e coperte sono fradice dopo che la tenda si è allagata. Nonostante dall’annuncio della prima fase del piano di pace due mesi fa alcune tende e teloni siano entrati a Gaza, non sono ancora entrati legname, pali o attrezzi per montarle, a causa delle restrizioni su ciò che le autorità israeliane considerano articoli “a duplice uso” ha raccontato Shurouq, responsabile stampa di Save the Children a Gaza.

I piani annunciati dalle autorità israeliane la scorsa settimana per riaprire il valico di Rafah ai palestinesi in uscita da Gaza non prevedono l’ingresso di aiuti e non rispondono ai bisogni di sopravvivenza dei quasi due milioni di persone intrappolate all’interno della Striscia, che hanno vissuto difficoltà inimmaginabili in due anni di violenza incessante.

“Nessun bambino dovrebbe passare la notte sveglio, al freddo, su letti impregnati di liquami. È inaccettabile. I bambini di Gaza hanno bisogno subito di tende complete di supporti, ripari, vestiti caldi, coperte e biancheria da letto, nonché di investimenti urgenti per riparare il sistema igienico-sanitario danneggiato. Israele, in quanto potenza occupante, ha l’obbligo di garantire che i bisogni umanitari della popolazione occupata siano soddisfatti. Le autorità israeliane devono revocare l’assedio e garantire che tutti i valichi di frontiera siano aperti e pienamente operativi in entrambe le direzioni, che le restrizioni agli aiuti siano ridotte e i servizi ripristinati. Il piano di aprire il valico di Rafah in un’unica direzione è una cortina fumogena. Limitare gli aiuti e offrire un biglietto di sola andata significa spostare i palestinesi dalla loro terra, trasformando la loro sopravvivenza in un’arma contro di loro. È una violazione del diritto internazionale, della prima fase del piano di cessate il fuoco e dell’umanità”, ha dichiarato Ahmad Alhendawi, Direttore Regionale di Save the Children per il Medio Oriente, il Nord Africa e l’Europa Orientale.

Da marzo, Save the Children non è autorizzata a portare i propri rifornimenti a Gaza. Nonostante ciò e le restrizioni sui beni invernali essenziali per l’intera comunità, nelle prossime settimane Save the Children prevede di distribuire articoli per la casa invernali e kit per la protezione dei bambini reperiti localmente, tra cui materassi, lenzuola, cuscini, coperte, materassini e teloni, oltre a oltre 2.000 kit di abbigliamento invernale per bambini.

All’inizio di dicembre, collaborando con partner autorizzati, l’Organizzazione è riuscita a facilitare la consegna a Gaza di 5.750 kit igienici femminili e circa 1.000 kit per l’allattamento. Sebbene queste quantità rappresentino una piccola parte del fabbisogno complessivo, la loro distribuzione ai bambini e alle famiglie nelle prossime settimane fornirà un sostegno fondamentale.
Save the Children lavora a Gaza e nel Territorio Palestinese Occupato (TPO) da oltre 70 anni.

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