Queensland – Il surriscaldamento globale, e di conseguenza quello della temperatura delle acque, hanno gradualmente sterminato la Grande Barriera Corallina australiana. A darne la notizia è il professor Terry Hughes direttore di un centro presso la James Cook University, che da anni si occupa di studiare una delle vegetazioni marine più ricche ed affascinanti del nostro pianeta, e le misure che si sarebbero dovute attuare per evitarne la completa distruzione.
Negli ultimi due anni, dal 2015 ad oggi, l’aumento delle temperature ha causato la morte degli organismi viventi che compongono i coralli, e ciò ha come conseguenza lo sbiancamento degli stessi. Salvaguardare i microrganismi e limitare la pesca nell’area interessata non è stato sufficiente, perchè la reale causa di tali problematiche è legata principalmente all’aumento delle temperature, e alla conseguente acidificazione degli stessi, e solo un intervento a livello globale avrebbe potuto realmente limitare il danno. Inoltre, negli ultimi anni, una particolare specie di stella marina, che si nutre proprio dei coralli, avrebbe contribuito al progressivo declino. La Grande Barriera Corallina australiana è una delle attrazioni di maggior richiamo per i turisti, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 1981. Le recenti ondate di calore stanno mettendo in discussione la possibilità di rinnovo di tale status, e ciò potrebbe incidere in maniera significativa sui bilanci dell’economia australiana.
Le precedenti ondate di sbiancamento si sono verificate nel 1998 e nel 2002, e gli anni trascorsi tra un episodio e l’altro hanno lasciato il tempo ai coralli di riprendersi; gli eventi del 2015 e del 2016, così vicini tra loro, sono stati devastanti e non hanno consentito il recupero.
Al momento, è stata dichiarata morta il 35% della superficie totale della barriera, che si estende per 2300 km, al largo della costa del Queensland. L’unica zona scampata a queste ondate di calore è l’area a Sud di Cairns, in cui un ciclone tropicale piuttosyo violento ha raffreddato la temperatura delle acque, ritardando gli effetti del surriscaldamento globale.
Si attende per luglio il verdetto del vertice delle Nazioni Unite, che dovrà stabilire se rinnovare lo status di Patrimonio Mondiale dell’Umanità alla Barriera australiana.