Brescia – Uscirà domani, 12 maggio, il nuovo attesissimo album di Omar Pedrini “Come se non ci fosse un domani”. La presentazione ufficiale alla stampa ha visto l’artista bresciano in ottima forma, con i soliti capelli lunghi, raccolti, e l’entusiasmo di una nuova avventura che inizia. L’ultimo lavoro, “Sorridimi”, è del 2015, e in questi ultimi anni diversi eventi hanno movimentato la vita del cantante, dall’intervento al cuore che gli ha salvato la vita, alla nascita del suo secondo figlio, venti anni dopo il primo. Questi eventi, e non solo, hanno spinto l’ex leader dei Timoria a scrivere le sue nuove canzoni, che parlano principalmente della paura: “‘Come se non ci fosse un domani’ è nato come urgenza in un momento in cui, per la terza volta, rischiavo fortemente la vita per i miei problemi cardiaci. Ho capito che non solo io vivevo con una sorta di paura nei confronti del futuro, ma che lo fanno un po’ tutti. Il mondo potrebbe identificarsi nella frase: apro gli occhi e sento che ho già paura. Hai la sensazione di svegliarti e di avere paura di uscire di casa per l’inquinamento, per le polvere sottili, per il pianeta abbandonato e inquinato, per il terrorismo, per le malattie. Ma anche il terrore di non arrivare a fine mese o di restare senza lavoro. Ho deciso di parlarne in queste canzoni“.
Il messaggio, però, non vuole essere pessimista, anzi. “Ho sentito l’esigenza di parlare ai giovani. Voglio che questo disco sia uno stimolo per loro, affinché prendano in mano il loro futuro e inizino a far sentire la propria voce. Non dico che ‘i giovani d’oggi non valgono un cazzo’ né ci sputo sopra ma ho sentito l’esigenza di raccontare a mio figlio qual è il mio atteggiamento verso questo tempo“. La copertina stessa dell’album è indicativa del sentimento che muove lo Zio rock: la foto delle ragazze del liceo Manzoni di Milano scese in piazza l’8 marzo scorso per una manifestazione studentesca di sole donne. L’auspicio di Omar Pedrini sarebbe quello di una partecipazione più attiva dei ragazzi alla vita politica e sociale del paese.
Fra i tanti argomenti, quello dei talent non poteva certo mancare. L’opinione della rockstar in merito è abbastanza precisa: “La via dei talent sarebbe il cavallo di Troia migliore per entrare nelle mura di quella città e poi saccheggiarla e distruggerla. Mi piacerebbe molto. Però non amo i talent perché dimenticano due cose fondamentali: le band e gli autori. Sono strutturati per belle voci, non per belle canzoni e per l’energia di una band. Non saprei da che parte iniziare: giudicare belle voci o ginnasti delle corde vocali non mi interessa“.