Genova – 40 cinghiali uccisi in città dall’inizio del 2018. A confermare il numero degli abbattimenti è lo stesso assessore regionale Stefano Mai, con delega al “problema” che ha anche riferito che gli ultimi due sono stati catturati e uccisi a Marassi, in via Fea e in via Montenero, poco lontano dallo Stadio.
Il numero degli abbattimenti sale a 100 se si considera tutto il territorio della provincia di Genova.
Gli animali sono uccisi con colpi di arma da fuoco dalle ex guardie provinciali, ora passate alle dipendenze della Regione Liguria e il provvedimento scatterebbe perché la legge impedisce agli enti preposti di liberare gli animali selvatici catturati in città. Una questione destinata a suscitare molte polemiche visto che spesso, per calmare gli animi degli ambientalisti, si è detto che gli animali catturati sarebbero stati trasportati in zone protette o affidati ad Associazioni ambientaliste.
Una decisione adottata una volta raggiunto il convincimento che i cinghiali in città costituiscono un pericolo e che il numero degli episodi di incontri “spiacevoli” tra cinghiali e genovesi è in costante aumento.
Ci sono incidenti stradali, escursionisti attaccati lungo i sentieri cittadini e persino ciclisti inseguiti da cinghiali. La casistica sta diventando piuttosto nutrita e la scelta di abbattere i cinghiali “cittadini” è diventata irrinunciabile.
La responsabilità maggiore, però, resta quella di chi offre cibo ai cinghiali. Un comportamento vietato dalle normative e che crea gravi problemi poiché gli animali, una volta imparato che la città offre cibo “facile” non si allontanano più e smettono via via di avere la naturale diffidenza e paura nei confronti dell’uomo.