Genova – Ancora sequestri e sopralluoghi della Guardia di Finanza negli uffici genovesi di Autostrada per l’Italia (Aspi), la società del Gruppo Benetton che ha in concessione le autostrade Liguri e in particolare il ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018 uccidendo 43 persone.
Mentre genovesi ed italiani tutti attendono che venga identificato un “colpevole” per la strage, proseguono le indagini e i sequestri di documentazione che deve essere analizzata e verificata alla ricerca di elementi utili a capire come siano andati davvero i fatti ma anche e soprattutto la catena di responsabilità che ha portato alla situazione allarmante degli ultimi mesi, con viadotti chiusi e riaperti e relazioni che sembrano essere state “manomesse” o comunque modificate per far emergere una situazione ben diversa da quella che stanno invece verificando le perizie del Tribunale.

Ad oltre un anno dalla tragedia è ancora tempo di analisi dei documenti e di interrogatori che mano a mano divengono sempre più serrati e sembrano condurre ad un cerchio che si restringe sempre di più.
Il tutto con l’incubo delle prescrizioni, almeno per i reati più “lievi” che sono poi collegati direttamente con quelli “più gravi” in una concatenazione talmente grave da lasciare allibiti gli analisti.