Genova – “Troppa confusione tra dichiarazioni dei politici ascoltate e lette sui Media a proposito della Gronda dopo l’incontro con il ministro De Micheli”.
Ad intervenire nuovamente sulle notizie diffuse ieri riguardo l’incontro in Prefettura sul futuro della Gronda è Massimo Currò, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Municipio VII Ponente.

“Sulla Gronda di Genova e del tavolo politico del ministero tenutosi ieri mattina, sui Media locali è uscito di tutto e di più e si è creata una confusione allucinante – scrive Currò sul suo profilo Facebook – Io ieri, insieme a Luca Pirondini (capogruppo M5S Comune di Genova) e Alice Salvatore (portavoce M5S in Regione Liguria), abbiamo partecipato al tavolo con la ministra Paola De Micheli e il sottosegretario Roberto Traversi. E’ stata una sorta di “consultazione” con le singole forze politiche”.

Per mettere fine alla confusione creata dalle dichiarazioni di alcuni partecipanti e diffuse dai Media, il consigliere Currò offre una “diversa interpretazione”.

“Il progetto non ha la firma del progetto esecutivo, senza il quale non può partire un bel niente – spiega Currò – L’iter di avvio dell’opera non è alle porte come qualcuno vuol far credere, c’è un ulteriore passaggio al consiglio superiore dei lavori pubblici che potrebbe sollevare dei problemi e delle condizioni precise. Quindi, chi oggi vuol far credere che l’opera potrebbe partire da domani se si volesse, dice il falso. Al momento il progetto ha avuto solo il via al progetto definitivo. Il via al progetto definitivo sblocca i fondi necessari per gli espropri e i lavori propedeutici per i cantieri. Ecco perchè in questi giorni Aspi sta allestendo il cantiere per lo “slurydotto”…agisce come se non ci fosse il problema della revoca delle concessioni. Agisce solo per tutelare gli azioni di Atlantia e agisce come niente fosse…ma non può andare oltre senza il via al progetto esecutivo”.

C’è poi il nodo della “caducazione”, la revoca delle concessioni autostradali, che rimane, secondo il consigliere 5 Stelle, un tema fondamentale e centrale.

“Prima dovrà prendere posizione il Governo sulla caducazione, poi verranno prese le decisioni relative al progetto – spiega ancora Massimo Currò – Vorrei sapere se esiste un solo Genovese che preferirebbe rinunciare alla revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia, facendogli un regalo miliardario, pur di ottenere la Gronda tra 10/15 anni. In verità 2 ci sono, si chiamano Toti e Bucci, Loro preferirebbero evitare la revoca per poter avere la Gronda”.

La questione dell’unico progetto

“Si è letto, tutti allarmati: “il progetto è uno solo” – scrive Currò sul suo profilo Facebook –  Certo che è uno solo, voi ne conoscevate altri? Al momento, l’unico scenario depositato al ministero che ha avuto il via al progetto definitivo nel 2017 è quello originale. Al momento non ci sono altri progetti. Questo è il senso di quella frase. Questo non vuol dire che si possano apportare miglioramenti e cambiamenti al progetto stesso o separarlo in lotti funzionali, principalmente 2: lotto di levante e quello di ponente”.

La Gronda si farà?

“Si, si farà…è da vedere come si farà – spiega Currò – Si farà ma si sta cercando di trovare un accordo tra le forze politiche per individuare uno scenario largamente condiviso. Questa fase del dibattito è nata grazie a noi del Movimento 5 Stelle, che abbiamo chiesto, a tutti i livelli, il rispetto del lavoro del precedente ministro dei trasporti che ha comunque sollevato alcune criticità relative al progetto originale trovando possibile alternative”.

Secondo Currò, inoltre, non esisterebbe acun tecnico del settore lontano da conflitti di interesse che ritenga utile il progetto della Gronda così com’è nato.

“In particolar modo lo scenario del raddoppio dell’A10, che porta con se criticità sul piano della viabilità e della effettiva utilità, sul piano ambientale e sul piano del dissesto idrogeologico – prosegue Currò – per non parlare dei tempi di realizzazione, da 10 anni in su di cantieri perenni a Genova. Ecco perchè noi sosteniamo le alternative allo scenario del raddoppio dell’A10. Alternative che, numeri alla mano, sono migliori sul piano della viabilità Genovese, più snelle, ottenibili nella metà del tempo e più rispettose del territorio”.

Chi crede davvero alla Gronda?

“Nella Gronda non ci credono più neanche le forze politiche che l’ hanno pensata e sostenuta per 35 anni – continua Currò – I loro tecnici stessi la bocciano. Ma la Gronda è diventata solo una questione politica, un qualcosa sul quale mettere il cappello per questioni di consenso elettorale. E’ passata la percezione che la Gronda sia “fondamentale” in tutti questi anni e ora nessuno ha il coraggio di dire :”Scusate, ci siamo sbalgiati”. In più diventa una lotta politica per giocarsi le prossime regionali, da sinistra e destra. Il pensiero che viaggia nella politica locale è :”anche se la Gronda così com’è è inutile, non possiamo adesso lasciare il campo all’avversario, quindi dobbiamo farla comunque”.