Genova – Ben 90 famiglie senza acqua da più di 24 ore per un contenzioso di cui non sapevano nulla tra l’Amministrazione e Iren. Hanno deciso di bloccare via Venezia con un picchetto i residenti dei 4 palazzi di via Digione e via Alizeri, nel quartiere di San Teodoro per chiedere all’azienda multiutility di sbloccare l’erogazione dell’acqua dopo il versamento, effettuato nei giorni scorsi di 6mila euro a fronte di una morosità pregressa (in discussione) di circa 17mila euro.
I residenti hanno visto mettere i sigilli ai contatori dell’acqua e dopo diverse ore di trattative febbrili tra l’azienda e l’amministrazione dei condomini (GestItalia) hanno deciso di scendere per strada e bloccare tutto.

Si sono messi a passeggiare avanti e indietro sulle strisce pedonali di via Venezia e hanno bloccato a lungo il traffico, lasciando passare solo le ambulanze ed i mezzi di emergenza.
Una protesta spontanea che ha richiamato le forze dell’ordine che hanno cercato a lungo di calmare gli animi e di far rientrare la protesta comprendendo la situazione.
nei 4 condomini abitano famiglie con bambini e anziani e i loro rappresentanti chiedono che venga garantito il servizio minimo di tutela visto che tra Condomini, Amministrazione e Iren è in corso una trattativa e sarebbero già stati versati 6mila euro dei 17 che sarebbero dovuti secondo quanto risulta ad Iren.

I residenti dei Condomini hanno dichiarato di essere all’oscuro della situazione debitoria e di averlo scoperto solo quando sono arrivati i tecnici per chiudere i contatori.
Nel giro di poche ore si sono ritrovati senza neppure una goccia d’acqua che scende dai rubinetti e senza una prospettiva a breve termine di veder ripartire il servizio.
Le associazioni dei Consumatori si domandano se sia possibile interrompere del tutto il servizio idrico, pur in presenza di una situazione debitoria, se nei palazzi sono presenti situazioni di “particolare attenzione” come bambini e anziani magari malati.
Nel frattempo 90 famiglie rischiano di passare il giorno della Befana e il fine settimana successivo senza una goccia d’acqua.

Il tutto mentre un Referendum votato alcuni anni fa confermava che l’acqua è un bene pubblico e non può essere gestito da privati.