Genova – Un ricorso al Tar contro l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti che ordina l’abbattimento dei maiali allevati nella zona rossa dove potrebbe essere in corso un’epidemia di peste suina africana.
Ad annunciarlo la Lega nazionale del cane LNDC Animal Protection con una nota inviata ai Media.

“LNDC Animal Protection si schiera immediatamente contro l’azione del Presidente della Regione Liguria – spiega Michele Pezone, responsabile diritti animali LNDC –  che, per contrastare la diffusione dell’epidemia di peste suina africana, ha ordinato l’immediato abbattimento indiscriminato di ogni suino, anche di quelli sani o tenuti in famiglia o in rifugio. Pur essendo astrattamente finalizzate alla tutela della salute pubblica, si tratta di previsioni irragionevoli alle quali ci opponiamo fermamente”.

LNDC Animal Protection scende in campo annunciando di essere intenzionata a presentare  ricorso al Tar, in seguito all’affermazione del governatore della Liguria Giovanni Toti che, aggiornando il Consiglio regionale sul cluster di peste suina tra i cinghiali sull’appenninico tra Liguria e Piemonte, ha affermato che in Regione “vi è solo un tipo di allevamento domestico, che almeno nelle aree di contenimento certamente andrà abbattuto e indennizzato”.

“Se da un lato si comprende la necessità di fronteggiare questa patologia virale, contagiosa e spesso letale per suini e cinghiali – ha spiegato Pezone – ciò che desta sgomento è la disposizione contenuta nell’ordinanza della Regione Liguria che impone l’immediato abbattimento dei suini, anche sani, in attività familiari e l’immediata macellazione dei suini negli allevamenti bradi e semibradi, oltre all’abbattimento dei cinghiali nelle Zac, zone di addestramento cani e l’immediata macellazione negli allevamenti misti di cinghiali e suini. Pur essendo astrattamente finalizzate alla tutela della salute pubblica, si tratta di previsioni che appaiono eccessive ed irragionevoli e che meritano di essere ritirate”.

L’associazione chiede quindi al governatore della Liguria di ritirare immediatamente l’ordinanza che vedrebbe l’abbattimento indiscriminato dei circa 500 maiali allevati tra le province di Genova e Savona e di tutti i capi non solo di allevamenti bradi e semibradi, ma anche dei maialini vietnamiti o di animali salvati e tenuti in fattorie o rifugi.