Sanremo (Imperia) – Si è alzato il sipario sul 72esimo Festival della Canzone Italiana e la prima serata non ha mancato di far emozionare e discutere.

Amadeus, commosso, saluta il pubblico ritornato a riempire le poltrone del teatro Ariston e subito dà il via alla gara con un ritmo inaspettato, soprattutto se confrontato alle lunghe dirette del 2020 e del 2021.

Apre Achille Lauro. Pantaloni in pelle, tatuaggi in vista, Lauro rievoca Billy Idol e con l’Harlem Gospel Choir canta “Domenica”. A far discutere è il suo auto battesimo che, a fine brano, scatena il popolo social.

Debutto al Festival per Yuman che approda a Sanremo dopo aver vinto nella categoria Giovani. Emozionantissimo, il 26enne interpreta Ora e qui, ma la canzone non sembra esaltare la sua particolare vocalità.

Arriva Noemi, fasciata in uno svolazzante abito rosa firmato Ferretti con un brano scritto, tra gli altri, da Mahmood e Dario Faini, aka Dardust. L’impronta del duo già trionfatore a Sanremo con Soldi nel 2019 si sente prepotente, Noemi canta bene ma sembra manchi qualcosa.

Fiorello, la “terza dose dell’intrattenimento”, pungola i no vax iniziando a muovere il braccio a caso e giustificandosi “è colpa del grafene”.

Arriva Gianni Morandi, canta una canzone di Jovanotti, allegria, spensieratezza, Fatti mandare dalla mamma. Si può dare di più, certo, ma Morandi nazionale piace e fa fare punti urlando “fantasanremo”.

Attesa per La rappresentante di lista che porta in gara “Ciao ciao”. Pezzo ritmato, ritornello orecchiabile e musica accattivante sono solo un richiamo per un testo ben più profondo. Iconici a fine esibizione.

Michele Bravi, bravo e “fantasanremoso” con Papalina e Fantasanremo urlati dal palco, chi lo ha scelto per la sua squadra ha fatto centro.

Massimo Ranieri, favorito alla vigilia, sul palco sembra sparire, sopraffatto dal brano, che pare scritto nel 1968.

Il duo Mahmood – Blanco, favorito dalla vigilia, si conferma come duo da battere, almeno per la prima serata con Brividi, e brividi sono.

Ana Mena non colpisce, speriamo in una seconda esibizione ma il brano non è convincente. Rkomi, di nero vestito, propone Insuperabili, alle prime note si riconoscono almeno quattro canzoni differenti, qualcuno ci sente anche Personal Jesus. Intanto su Spotify è già terzo per gli ascolti.

Chapeau a Dargen D’Amico. Occhiale da sole, completo stile evidenziatore e una buona dose di dance per un inno che è “la vecchia che balla” di quest’anno (Grazie Lo stato sociale).

Chiude Giusy Ferreri. Elegante in un abito nero, la cantante non lascia il segno. Ci aveva abituato a ben altro mentre ieri sera all’inizio del brano sembra di sentire una canzone di Mannarino.

Rapida menzione su ospiti e presentatori.

Ornella Muti, nomen omen. Presenta i cantanti e spiccica poche altre parole limitandosi a rimanere per buona parte del tempo in silenzio. Sarà colpa della polemica in conferenza stampa?

Il trio Berrettini, Fiorello, Amadeus non emoziona, anzi. A tanti potrebbe aver ricordato gli imbarazzanti momenti in cui si incontra un conoscente per strada e non si sa bene cosa dire.

Orietta Berti regina del web. Invocata a gran voce come conduttrice dell’Eurovision, Oriettona sfoggia una mise a metà tra la Lady Gaga dei tempi d’oro e un cosplay dei Pokemon, iconica.

Ma chi vince la prima serata del Festival?

I Maneskin.

Recuperati da Amadeus in versione chauffeur che regala una base per meme al popolo dei social, i quattro ritornano all’Ariston dopo 11 mesi e un giro del mondo che li ha consacrati star internazionali.

Ripropongono Zitti e buoni accompagnati dagli archi diretti dal maestro Melozzi e ritornano per suonare Coraline, uno dei brani più delicati della loro produzione e contenuto in Teatro d’Ira Vol1.

Una performance carica di emozione: Damiano si commuove mentre il pubblico, in piedi, applaude. A consolarlo ci pensa Amadeus che, consegnati i fiori, lo abbraccia con calore.