Venere di Botticelli Galleria UffiziGenova – “La Venere di Botticelli è ambientata al Parco del Peralto di Genova?” a domandarlo, carico di ironia, è Giacomo Montanari, storico dell’Arte e divulgatore a seguito della pioggia di articoli (anche LiguriaOggi.it ne ha parlato qui) sul convegno che, a La Spezia, ha parlato della possibile ambientazione nel Golfo del Poeti del celebre dipinto del Botticelli.
Montanari interviene sulla sua pagina Facebook ironizzando sull’evento e sull’ampia eco che i Media hanno dato alla “rivelazione”.

“Sembra pazzesco – scrive Montanari –  ma a ben guardare la disposizione dei fusti degli alberi, la provenienza del vento – chiaramente marino, per il suo impeto – e la presenza di sempreverdi è un chiaro segno che Botticelli (sì, proprio lui!) volle ambientare sulle alture di Genova il suo più incredibile dipinto, realizzato a Firenze attorno al 1482”.

“Perchè lo avrebbe fatto? – domanda ironico Montanari – Ma è chiaro! Genova era il “tempio di Venere” e visto che la sua “musa” Simonetta Cattaneo Vespucci – genovese non nata a Genova (a Genova non c’era manco mai stata, poverella, tanto s’era sposata giovine) – lo ossessionava a tal punto che egli la raffigurava da tutte le parti e nei panni di qualsivoglia divinità, ecco che il “giardino” di Venere non poteva non essere che genovese anch’esso”.

“Se siete arrivati a leggere fino a qui e la cosa non vi puzza di “belinata galattica” – ironizza Montanari su Facebook – allora potete andare anche a farvi il terzo bianco della giornata e chiudere in bellezza con i fresconi del bar sotto casa. In alternativa, se la cosa vi appare quantomeno singolare, sappiate che invece di queste “robe” (cerco di mantenere un linguaggio al limite del decoro) si discute anche in “convegni” (tra virgolette, d’obbligo, direi)”.

Poi Giacomo Montanari si scaglia contro gli organizzatori dell’evento

“L’ultima, ciclopica, follia dell’esegesi “iconografica” che coinvolge la tela del buon Sandro raffigurante la Nascita di Venere è andata in scena con il patrocinio del Comune della Spezia, al CAMeC La Spezia, dove si è partiti dall’ipotesi che lo sfondo dell’opera di Sandro Botticelli sia nientepopodimeno che il Golfo dei Poeti. Avevo promesso di non parlarne, ma, alla fine, debbo tornare sui miei passi e dire quello che penso di un “incontro culturale” veramente discutibile. Anche perchè l’assicurazione – da parte dei partecipanti – che l’incontro era stato voluto proprio per “smentire” dicerie infondate, si è invece rivelato l’esatto contrario: l’occasione per far scrivere ovunque una cretinata galattica come quella del Golfo dei Poeti come sfondo della Nascita di Venere. Che peccato”.

“Partiamo dall’inizio: il titolo di questo incontro è, letteralmente, fuori scala in quanto a follia: “ARTE E CARTOGRAFIA DEL GOLFO DELLA SPEZIA, SFONDO DELLA VENERE DI BOTTICELLI?” (qui il link istituzionale del Comune 
Avete capito bene. Botticelli avrebbe AMBIENTATO la Nascita di Venere nel Golfo di La Spezia. E lo avrebbe fatto perchè la sua “musa” Simonetta Cattaneo in Vespucci (che secondo gli organizzatori – evidentemente – è qui ritratta, se no non si capirebbe il “link”) sarebbe nata a Fezzano (per ora dubitativamente, documenti alla mano). Non entro ulteriormente nel merito, perchè voglio mantenermi nell’urbanità.
Credo che basti ribadire 2 concetti:
1) non esiste alcun ritratto certo di Simonetta, ergo non sappiamo che volto avesse e ne deriva che non possiamo “individuarla” in alcuna opera.
2) non esiste alcun documento che metta in relazione Sandro Botticelli e Simonetta Cattaneo Vespucci, quindi non possiamo ritenere che egli ne dipingesse il sembiante qui e là.
Allego questo riassuntivo articolo di Finestre sull’Arte che tiene debito conto della storiografia artistica, anche recente, sul tema, per chi ne fosse digiuno:
Mi pare superfluo dire che se non è verificabile la presenza della “Venere/Simonetta” a maggior ragione nessuno sarebbe mai andato a pescare (e comunque ancora non riesco a comprendere come possa averlo fatto) il Golfo dei Poeti come “location” prediletta da Sandro.
Ora, a casa mia, per dire che una cosa è vera vanno portare delle PROVE. E queste possono essere valutate. Vice versa, una cosa resta – tutt’al più – da verificare (se verosimile) o da scartare (se inverosimile). Avevo sperato vivamente che la partecipazione a questo incontro spezzino di una studiosa del calibro di Cristina Acidini (che Botticelli senza dubbio ben lo conosce) potesse contribuire a relegare per sempre nel dimenticatoio ipotesi tanto strampalate e assurde come questa, di cui la Storia dell’Arte non ha affatto bisogno.
Purtroppo, è proprio con queste “trovate pubblicitarie” che si ammazza una disciplina”.