cinghialeLiguria – Abbattimenti di cinghiali fuori dalla zona rossa e prevedere indennizzi alle imprese danneggiate.
E’ quanto chiede Coldiretti che denuncia la lentezza dei provvedimenti da prendere per affrontare con decisione il problema dell’emergenza Peste Suina africana a sei mesi dal primo caso registrato.

“A ormai sei mesi dal primo caso di Peste Suina africana, accertato nella nostra Regione, mancano azioni di depopolamento dei cinghiali, al di fuori della zona rossa, come mancano risposte alle imprese e misure che mettano veramente in sicurezza il territorio”. E’ quanto afferma Coldiretti Savona in occasione del blitz degli agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza SS. Apostoli a Roma.

“Non è ammissibile che si perda ancora del tempo con il rischio che la problematica della Peste Suina africana possa ulteriormente estendersi – evidenziano Marcello Grenna Presidente Coldiretti Savona e Antonio Ciotta Direttore provinciale-. Fuori dalla zona rossa, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità politica, economica e sanitaria di non procedere col depopolamento dei cinghiali. La situazione è ormai insostenibile e a farne le spese sono sempre di più le nostre imprese che hanno già dovuto provvedere alla macellazione dei suini, ma non stanno ricevendo nessun aiuto economico per poter affrontare questo momento di crisi, aggravato anche dagli sconvolgimenti dei mercati a causa della guerra in Ucraina e delle speculazioni. Servono indennizzi che possano sostenere le aziende e agevolarle nel mettere in atto specifiche misure in materia di biosicurezza, come è necessario ristorare quelle imprese che svolgono attività legate alla recettività, alle attività outdoor e alla selvicoltura che stanno subendo gravi ripercussioni a causa delle restrizioni imposte per il contenimento della Peste Suina africana, con un evidente calo dei turisti sul territorio”.

“Massima condivisione sulle preoccupazioni di Coldiretti – risponde Alessandro Piana, assessore all’Agricoltura della Regione Liguria – così come delle altre associazioni agricole. Abbiamo lavorato di continuo in questi mesi e tantissimo nelle Commissioni Politiche Agricole per modificare la legge 157 del 1992, attualizzandola alle odierne problematiche, peste suina compresa. Con la strategia comune di tutte le Regioni abbiamo di fatto appoggiato la proposta di decreto per allungare il periodo venatorio da 3 a 5 mesi, improntando le nostre azioni alla massima responsabilità. Come Regione Liguria abbiamo iniziato i corsi di coadiutori che possono intervenire anche al di fuori del periodo venatorio per i cinghiali negli ambiti di loro competenza. Su queste basi non mancheranno di arrivare risultati importanti nei prossimi anni: oltre alla peste suina e agli ingenti danni alle coltivazioni agricole ci sono stati diversi incidenti stradali causati proprio dai cinghiali con gravi conseguenze alle persone e ai veicoli. Sono già decine le morti in un anno e diversi i feriti. Continuiamo a impegnarci su più fronti, certi che la questione cinghiali vada affrontata senza nessuna bandiera, senza alcuna ideologia politica o di altra natura”.