Rapallo (Genova) – La passeggiata a mare tra Prelo e Trelo attende ancora la ricostruzione dalla mareggiata dell’ottobre 2018 e in città si infiammano le proteste e le polemiche sul progetto presentato.
Da alcune parti, infatti, il progetto viene considerato come un “eco mostro” che sorgerebbe in uno degli ultimi tratti di costa incontaminata ed ancora ben conservato. Da altre si critica il modo in cui “due gruppi interni all’attuale maggioranza battibeccano sui giornali”.
Il risultato è che la cittadina rivierasca, invece di vedere collaborare la politica locale al fine di portare alla soluzione migliore, subisce soluzioni calate dall’alto e non condivise con il territorio.
“Stiamo parlando di uno dei tratti di costa più caratteristici di tutta la Liguria e possiamo anche dire, senza peccare di campanilismo, più belli del mondo – commenta Andrea Carannante – Stiamo parlando dell’unica parte del litorale rapallese che è riuscita, per adesso, a salvarsi dalla cementificazione senza regole e dal saccheggio delle aree demaniali a beneficio di interessi privati: dal porto turistico Carlo Riva che ha trasformato il golfo di Rapallo in uno stagno chiuso, intriso di detriti provenienti dai torrenti e di gasolio riversato dai motori degli yacht, fino agli abusi edilizi a ridosso del castello dei sogni, passando per le cabine degli stabilimenti balneari che impediscono l’accesso al mare e anche la sua sola vista”.
Il camminamento che, procedendo lungo la scogliera, univa le due spiagge è crollato in seguito alla mareggiata dell’ottobre 2018. Da allora nessun intervento di ripristino è stato attivato.
“Ora – prosegue Carannante – alla vigilia delle elezioni, iniziano a circolare i primi rendering dell’opera che dovrebbe restituire alla città l’accesso al litorale Trelo-Prelo, secondo le intenzioni di chi amministra da oltre 50 anni Rapallo. Si tratta di un ecomostro che devasterebbe in modo irreversibile quell’ultimo angolo di paradiso terrestre che rimane a noi rapallesi. Una specie di autostrada A12 Rapallo Ovest. A due corsie soltanto? Ma mettiamone quattro e facciamo anche il guard rail, già che ci siamo”.
Secondo i cittadini, poi, “è preoccupante sapere che ci sono in giro persone “studiate” che si mettono a tavolino a pianificare uno scempio del genere, e alle quali vengono pure forniti i mezzi e gli appoggi per pubblicizzarlo”.
Secondo Carannante “la cosa più aberrante e vergognosa è che si arrivi a sostenere la necessità di questo “capolavoro della bruttezza” nascondendosi dietro ai sacrosanti diritti delle persone con disabilità, arrivando al punto di portare ad esempio la passeggiata a mare di Zoagli, con una spregiudicatezza giustificata soltanto dalla bramosia di denaro di chi vuole vendere all’industria del turismo e al business dei Tour Operator una comoda passeggiata fruibile dalle masse di anzianotti che riempiono le navi da crociera e i pullman Gran Turismo”.
Secondo la protesta, infatti, il paragone con Zoagli sarebbe completamente fuori luogo. La passeggiata di Zoagli è stata costruita, più o meno così come è adesso, quasi un secolo fa e ha avuto modo di antropizzarsi gradualmente.
“Al centro della passeggiata di ponente – spiega Carrannante – è situato un rinomato e frequentatissimo ristorante, e in fondo alla passeggiata un grande bar esclusivo, con tanto di piscina e vista sul mare. Non parliamo poi del lato di levante, dove è presente un altro ristorante e la prosecuzione della passeggiata conduce direttamente alla stazione ferroviaria. A Zoagli, inoltre, per accedere al mare non c’è altro. La Zoagli turistica è tutta lì: Zoagli è quella passeggiata e basta, per ospiti e residenti. E’ sacrosanto che anche un disabile in carrozzella possa fruirne”.
Totalmente diversa, e per certi versi opposta, sarebbe – secondo Carannante – la situazione del tratto Trelo-Prelo: una scogliera selvaggia, con rocce e alberi a strapiombo sul mare, e un piccolo camminamento in pietra strappato alla scogliera, con la quale si integra consentendo e favorendo l’accesso al mare ai bagnanti: l’accesso all’unica spiaggia libera degna di questo nome in tutta Rapallo. L’unico tratto in cui si può fare il bagno nell’acqua pulita, godendosi lo spettacolo dei suoi fondali. Ma in questa città ogni cosa ha un valore, un cartellino con un prezzo: e allora perché non infiocchettarla e vendersi anche Prelo?”