Genova – Una giornata decisiva, quella di oggi, a Palazzo di Giustizia, per il processo che potrebbe portare all’accertamento della verità sull’omicidio di Nada Cella, la ragazza di 24 anni uccisa nel maggio del 1996 nell’ufficio dove lavorava a Chiavari.
Dovrebbe infatti arrivare oggi la decisione per il rinvio a giudizio o meno dell’unica indagata che già una prima volta era entrata ed uscita dalle indagini, all’epoca dei fatti, e sulla quale oggi si concentrano i vecchi e i nuovi sospetti.
Difficile che venga portata all’attenzione del giudice che dovrà decidere una prova definitiva visto che anche i test del DNA sembrerebbero non aver fornito alcuna certezza anche alla luce della lunghissima perizia, più volte estesa e rinviata nella consegna, e del tempo trascorso, circa 28 anni.
Non dovrebbero esserci testimoni chiave perchè chi all’epoca fece diverse telefonate, raccontando eventi chiave e dimostrando di poter offrire elementi importanti per le indagini non si è fatta viva nonostante i ripetuti appelli.
Molti invece gli “indizi” che certamente potrebbero fornire un quadro generale.
In aula, questa mattina, a Palazzo di Giustizia, potrebbe esserci la madre di Nada Cella, che da 28 anni attende la verità sulla morte della figlia e potrebbero esserci amici e familiari di Nada che continuano a domandarsi il perché di tanti inspiegabili “errori” nelle prime indagini e se ci furono, come traspare, importanti “coperture” o quantomeno delle inspiegabili intromissioni in un caso che forse avrebbe potuto rivelare un intreccio di interessi incofessabili.