Aldo SpinelliGenova – Riprenderanno questa mattina, a palazzo di Giustizia di Genova, gli interrogatori legati al presunto giro di mazzette e favori che hanno portato all’arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, del suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani, dell’ex presidente dell’autorità portuale e oggi AD (sospeso) di IREN, Paolo Emilio Signorini e dell’imprenditore della logistica portuale ed ex presidente del Genoa e del Livorno Calcio Aldo Spinelli.
E proprio quest’ultimo aprirà la serie di interrogatori dopo il rinvio a sorpresa di sabato mattina quando Spinelli si è presentato senza avvocato all’appuntamento con il giudce che doveva ascoltarlo per un “difetto di notifica” che non ha consentito la delicata fase dell’interrogatorio che deve avvenire in presenza del legale dell’indagato.
Un appuntamento molto atteso poiché Spinelli ha lasciato intendere di voler parlare avendo la certezza di poter spiegare ogni cosa. “Male non fare, paura non avere – ha detto all’uscita ai Giornalisti presenti – aggiungendo che “lunedì chiariremo tutto”.
Appuntamento in giornata anche per un altro importante filone di inchiesta che potrebbe avere un’evoluzione inattesa e con il coinvolgimento di altri settori della politica e dell’amministrazione pubblica: quello con Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga dimessosi dall’incarico qualche giorno fa dopo il terremoto giudiziario nel quale è stato coinvolto per presunte dazioni in cambio di accelerazioni di iter approvativi di alcuni progetti per la costruzione di supermercati a Genova. Questioni delle quali l’azienda, pubblicamente, dichiara di non sapere nulla.
A seguire, dopo Moncada manager di Esselunga, sarà interrogato anche il figlio di Aldo Spinelli, Roberto.
Poi, a palazzo di Giustizia verrà ascoltato anche l’ex presidente dell’Ente Bacini Vianello che secondo gli inquirenti avrebbe corrotto l’ex presidente dell’authority portuale Signorini per ottenere nuovi incarichi.
Matteo Cozzani
Torna in Procura, questa volta a La Spezia, invece, Matteo Cozzani, capo di Gabinetto del presidente Giovanni Toti che risulta indagato nella provincia dove, per lungo tempo, ha fatto il sindaco di Portovenere gestendo alcune importanti operazioni immobiliari di cui gli chiede conto il giudice per le indagini preliminari Mario De Bellis che lo interroga oggi.
Quella di Cozzani è certamente una figura importante nel delicato impianto accusatorio del terremoto giudiziario che ha sconvolto la Liguria. L’inchiesta parte infatti nello spezzino e si estende a Genova sino alla Regione.
Cozzani è infatti agli arresti domiciliari con l’ipotesi di accusa di corruzione elettorale aggravata perché commessa al fine di agevolare il clan mafioso dei Cammarata di Riesi e di corruzione per l’esercizio della funzione. Alla Spezia è accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti.
Sempre nello spezzino, martedì compariranno davanti al gip De Bellis anche Raffaele e Mirko Paletti, imprenditori milanesi agli arresti domiciliari perché coinvolti in presunti accordi per progetti che riguardano Porto Venere e l’isola della Palmaria.