Genova – Cinghiali “a luci rosse” nei giardini dell’ospedale San Martino e se tutto va bene (si fa per dire), i primi nati arriveranno ad aprile.
Sono le foto pubblicate sui social dai parenti in visita alle persone ricoverate o dagli stessi pazienti a “segnalare” a chi di dovere che anche questa volta si è persa l’occasione per cercare di contenere il numero dei cinghiali ormai onnipresenti in città.
Le immagini, fanno il giro del web facendo sorridere ma anche rinfocolando le polemiche sull’emergenza cinghiali in città e sui provvedimenti che si potrebbero prendere per limitarne il numero senza ricorrere allo spargimento di sangue come suggeriscono e chiedono gli ambientalisti.
La stagione calda volge ormai al termine e qualche esemplare particolarmente “focoso” sembra aver dimenticato che, di norma, la stagione degli accoppiamenti dei cinghiali scatta tra novembre e gennaio, con ben altro clima.
Gli ambientalisti chiedono da tempo a Comune e Regione di provare a somministrare alimenti contenenti farmaci anti fecondativi per bloccare una serie di nascite e aiutare il rientro “naturale” del numero di animali presenti in città.
Le normative, infatti, vietano la possibilità di catturare gli animali e di re introdurli in ambienti più adatti, come boschi e campagne, sia per l’emergenza peste suina e sia perchè gli animali, ormai abituati a cercare (e trovare) cibo tra la spazzatura, troverebbero il modo per avvicinarsi nuovamente ad un centro abitato.
Le strade, dunque, sono due: la cattura e l’abbattimento o la sterilizzazione.
L’intervento sugli animali sarebbe costoso e certamente complesso perché occorrerebbe sterilizzare centinaia di animali.
Più alla portata, invece, la possibilità di fornire cibo trattato con farmaci in grado di impedire la fecondazione e la nascita di una nuova generazione di cinghialotti.
(Foto di Fabio Franchini)