Genova – Verrà forse svelato nella prossima udienza del processo per l’omicidio di Nada Cella, la ragazza trucidata nel suo ufficio di via Marsala, a Chiavari, nel 1996, il mistero della persona che si fece confessare da un frate, rivelando elementi utili alle indagini, ma che l’uomo di chiesa non ha mai voluto rivelare opponendo il “segreto confessionale”.
Nell’udienza del 6 marzo, infatti, Frate Lorenzo dovrà presentarsi in qualità di testimone e gli verrà chiesto in modo ufficiale, di rivelare quanto in sua conoscenza circa l’omicidio di Nada Cella, nell’ufficio del commercialista Marco Soracco, nel 1996.
Un delitto rimasto impunito per quasi 30 anni e che ora potrebbe finalmente vedere svelato il colpevole e le circostanze in cui avvenne l’omicidio.
Sin dalle prime fasi delle indagini infatti, come emerso nel corso dell’ultima udienza nella quale sono stati ascoltati i rappresentanti delle forze dell’ordine che indagarono sul delitto, il frate avrebbe conosciuto informazioni importanti, ricevute in confessione da una persona che era in qualche modo implicata nella vicenda.
Ogni volta che le forze dell’ordine hanno chiesto al frate di avere quelle informazioni, l’uomo si sarebbe opposto citando il segreto del confessionale che impedisce a chi conosce segreti rivelati nella confessione di renderli pubblici anche nel caso di gravi delitti.
La vicenda è ben conosciuta e anche lo stesso frate, all’epoca dei fatti, sapeva di essere intercettato ma non ha mai voluto rivelare quanto saputo.
Una fermezza che potrebbe essere mantenuta anche in sede di processo perché gli accordi tra Santa Sede e la Repubblica Italiana del 18 febbraio 1984, art. 4, n. 4, sanciscono che: «Gli ecclesiastici non sono tenuti a dare ai magistrati o ad altra autorità informazioni su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro ministero».
Frate Lorenzo, quindi, potrebbe opporre ancora il segreto, nonostante i familiari di Nada cerchino da quasi 30 anni l’autore dell’omicidio e le informazioni avute dal frate potrebbero essere utili a svelare un grave delitto.