 Genova – “Traffico nel caos con le piste cliclabili” contro “è solo l’inizio della soluzione”. E’ scontro diretto, tra residenti e lavoratori della zona di via Polonio, a Trasta, e associazioni e comitati che difendono una diversa visione della mobilità in città. I primi denunciano il peggioramento del traffico e dei tempi di spostamento con la creazione della pista ciclabile mentre i secondi, che hanno voluto e chiesto a gran voce l’istituzione delle piste ciclabili nel capoluogo ligure, la difendono.
Genova – “Traffico nel caos con le piste cliclabili” contro “è solo l’inizio della soluzione”. E’ scontro diretto, tra residenti e lavoratori della zona di via Polonio, a Trasta, e associazioni e comitati che difendono una diversa visione della mobilità in città. I primi denunciano il peggioramento del traffico e dei tempi di spostamento con la creazione della pista ciclabile mentre i secondi, che hanno voluto e chiesto a gran voce l’istituzione delle piste ciclabili nel capoluogo ligure, la difendono.
Un botta e risposta che si scalda ogni giorno di più e che vede duramente contrapposti chi ogni giorno percorre via Polonio, restando quasi sempre in coda dopo la realizzazione del percorso riservato alle poche biciclette della zona, e chi invece sostiene che le proteste siano “inventate” e che la pista ciclabile sia, invece, un primo passo verso “la soluzione del problema”.
La battaglia, combattuta per lo più sui social, è rovente e divide nettamente l’opinione pubblica che, sul tema, è piuttosto scettica e ha dimostrato anche con il voto che la scelta di creare in una città complessa come Genova dei percorsi riservati alle biciclette, non ha mai risolto realmente i problemi del traffico ma, piuttoso, li ha acuiti.
Dopo i “casi” di corso Italia, dove è stata addirittura cancellata una corsia per far passare la pista ciclabile, e di via XX settembre dove le poche biciclette di passaggio devono schivare auto posteggiate e autobus che vanno a zig-zag anche sulle corsie riservate, quello di via Polonio rischia di essere il “nuovo fronte” del combattimento, sempre più serrato e divisivo, tra chi vorrebbe un trasporto pubblico più funzionane ed efficiente prima di limitare l’uso dei veicoli privati e chi invece pensa che le biciclette siano “la soluzione”.
L’unica cosa su cui è difficile non trovarsi d’accordo è il fatto che, da quando la corsia ciclabile è stata realizzata, in via Polonio si registrano disagi al limite della sopportazione ed il numero dei residenti della zona che ha abbandonato l’auto per passare alle due ruote a spinta umana, è ridottissimo e certamente non giustifica il prezzo pagato.
Chi percorre la strada della valpolcevera lamenta code infinite e tempi di percorrenza anche raddoppiati e al solo sentir parlare di “mobilità green” sente la pressione sanguigna schizzare alle stelle.
Dall’altra parte gli agguerritissimi comitati, associazioni e circoli che radunano gli appassionati del trasporto green, convinti che Genova debba essere il campo di sperimentazione per proposte ancora più “estreme” come portare i limite di velocità a 30 km/h o la creazione di isole pedonali estese in tutti i quartieri.
In mezzo i tanti genovesi convinti che non si possa parlare di riduzione del trasporto privato sino a quando non si avrà un trasporto pubblico adeguato e che la bicicletta non può essere considerata una alternativa valida con un territorio caratterizzato da continua salite e discese e abitato da una popolazione che fa segnare il record per età media e con scarse prospettive di cambiamento.
 
            