Genova – A tradirli sono stati gli abiti griffati e tanto amati dai giovani che non se ne separerebbero mai. Quando gli agenti della Digos hanno bussato alle porte dei nove studenti minorenni accusati di aver partecipato al blitz di stampo fascista all’interno del liceo Da Vinci di Castelletto, hanno rapidamente trovato i capi di abbigliamento che i ragazzi indossavano la sera del raid e che molto propabilmente non sono stati gettati proprio per il loro valore.
Abiti che sono stati ripresi in molti filmati che gli studenti del Liceo aggredito hanno ripreso sia quando i ragazzi erano fuori e sia mentre sfondavano le vetrate dell’ingresso, con il volto coperto ma identificabili dall’abbigliamento.
Questa mattina all’alba, dopo controlli incrociati e pedinamenti, gli agenti della Digos si sono presentati alla porta di casa e hanno bussato chiedendo di poter vedere le stanze dei ragazzi e di poter parlare da soli con loro.
Nove gli indagati che ora rischiano una pesante condanna mentre i genitori dovranno risarcire tutti i danni mentre proseguono le verifiche per capire perché cantassero inni al Duce e perché facessero il saluto romano e, ancora, perché abbiano tracciato svastiche sui muri dopo aver assalito la scuola occupata da altri studenti che protestavano contro i massacri di palestinesi a Gaza.


























