Genova – Consegne a domicilio in tutta la città e sino nel Tigullio per la rete di spaccio di cocaina e crack scoperta e sgominata dalle forze dell’ordine ed emerge uno stretto legame con un tassista che è finito nei guai quando è stato esaminato uno dei telefoni sequestrati nell’ambito delle indagini.
Il tassista, ascoltato per le indagini, ha riferito di essere diventato il punto di riferimento, in particolare, di uno degli spacciatori fermati ma di aver pensato che vendesse “prodotti etnici senegalesi” e non droga come invece si è scoperto.
L’uomo, che ha preferito non rispondere alle domande dei giudici ma ha reso “dichiarazioni spontanee” ha raccontato di aver deciso di lavorare di notte per poter accudire i genitori malati durante il giorno e di aver stretto un rapporto esclusivamente di lavoro con “Milk” la persona con la quale avrebbe scambiato ben 4mila messaggi e che accompagnava in tutta la città e persino nel Tigullio per consegnare – secondo le ipotesi investigative – la droga a domicilio.
Il tassista rischia una pesante imputazione e nel frattempo emerge una straordinaria organizzazione criminale dalle indagini. C’era un gruppo di spacciatori che operava a domicilio con clienti “consolidati” e di cui conoscevano gusti e disponibilità economiche. Ogni tossicodipendente aveva un paio di figure di riferimento che si alternavano alle consegne e, in questo modo, la rete di spaccio era più sicura in quanto i clienti conoscevano solo una parte dei componenti che garantivano approvvigionamento a domicilio come si trattasse di un servizio di delivery.
Bastava una chiamata al numero concordato e la droga arrivava direttamente a casa. Se uno degli spacciatori non poteva o era ammalato, subentrava un sostituto.
Secondo quanto emerge dalle indagini era possibile acquistare la droga anche lasciando oggetti di valore in pegno sino al saldo del dovuto e se l’ordine arrivava da una donna che non era in grado di pagare venivano accettate anche prestazioni sessuali mentre gli uomini potevano offrirsi come cavie per provare le nuove partite di droga arrivate in città. Una specie di servizio tutela consumatori sulle spalle di disperati a corto di finanze o con necessità di consumare grossi quantitativi di sostanze perché ormai schiavi della droga.
Una rete di spaccio che ha operato a Genova per anni e che stava ben attenta a mandare solo poche dosi ad ogni consegna per preservare gli spacciatori da accuse importanti ma anche per dare meno nell’occhio.
A far partire l’indagine, nel 2022, la segnalazione alla polizia locale di un residente nella zona di via Piacenza che aveva notato uno strano via vai di persone che salivano su un’auto ferma e poi si allontanavano.
La polizia locale aveva monitorato le consegne riuscendo anche a piazzare delle microspie sull’auto che poi ha permesso di individuare le “soste” e ricostruire la fitta rete dello spaccio.























