Genova – Gigi Picetti, 77 anni compiuti, rischia di ritrovarsi in mezzo ad una strada insieme a tutto il materiale raccolto in decenni di spettacoli e ricerche culturali. La notizia rimbalza tra amici e conoscenti ed indigna chi la Cultura non si limita a metterla nel biglietto da visita.
Fondatore della Panteca, profondo conoscitore della storia genovese e performer – rigorosamente senza compenso – per associazioni ed enti benefici, Picetti è passato dall’aiutare all’aver bisogno di aiuto come sempre più spesso accade a chi ha lavorato una vita.
L’Ente delle case popolari di Genova, ARTE, gli ha intimato lo sfratto e, se non interviene qualcosa, il prossimo 15 gennaio Picetti dovrà abbandonare il suo appartamento in vico del Ferro ed anche (e soprattutto) tutto il materiale raccolto in decenni di lavoro e studio e di spettacoli itineranti.
Difficile (e pericoloso) riassumere la vicenda sotto il profilo giuridico. Picetti, nel corso dell’incontro-presidio di oggi, insieme a tanti amici e sostenitori, ha spiegato di aver vissuto nell’appartamento nella convinzione di essere “nel giusto” e di essere stato autorizzato da ASSOUTENTI che aveva la sede proprio nello stesso palazzo, in locali sempre di proprietà di ARTE.
“Una mattina – racconta Picetti – mi hanno suonato alla porta alcuni messi di ARTE e mi hanno detto che dovevo andarmene e che stavo occupando abusivamente un appartamento pubblico. Sono caduto dalle nuvole perchè avevo ricevuto l’autorizzazione da un’associazione di Consumatori che aveva sede nello stesso edificio”.
Picetti, finito anche sotto processo, insieme all’associazione e alla stessa ARTE per quell’occupazione abusiva, è stato condannato a lasciare l’appartamento e rischia di finire in una speciale lista dell’ente pubblico che impedisce di ottenere altre sistemazioni a quei cittadini che, per necessità o meno, abbiano occupato edifici pubblici.
L’artista-tuttologo, molto conosciuto tra i giovani frequentatori del Centro Storico per essere stato tra i fondatori della celebre “Panteca” ed animatore di serate culturali e spettacoli, ha ora bisogno di un aiuto concreto per non dover dire addio alla sua casa ma, soprattutto, all’ingente mole di attrezzatura che ha raccolto nel corso degli anni.
“Nei giorni scorsi era con i ragazzi della comunità del Ceis – raccontano gli amici – per uno spettacolo gratuito e benefico per animare il Natale agli anziani soli. Ha aiutato tante persone ed ora è lui ad avere bisogno. Speriamo che qualcuno si renda conto dell’assurdità della situazione e intervenga”.
L’appello, nemmeno troppo “tra le righe” è al Comune di Genova, ad ARTE e alle Istituzioni.