Savona – I detenuti del carcere hanno rinunciato allo sciopero della fame indetto per protestare contro la chiusura dell’istituto di pena. La decisione è stata presa dopo l’impegno, da parte dei vertici della struttura, di intervenire sulla scelta del carcere dove verranno trasferiti i detenuti in modo da agevolare quanto più possibile le esigenze di tutti.
Un “colpo di scena” nella delicata vicenda della chiusura del carcere di Savona, decisa dal Governo centrale per risparmiare sui costi a dispetto delle ripetute denunce di varie associazioni umanitarie sullo stato di sovraffollamento degli istituti di pena italiani, già oggetto di sanzioni europee per le condizioni disumane di detenzione, in spazi non idonei e strutture fatiscenti.
Nei giorni scorsi era stato il Sappe, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria a denunciare il grave stato di agitazione all’interno della struttura e l’intenzione dei detenuti di interrompere l’alimentazione per protestare contro la chiusura.
Il provvedimento indebolirebbe ancora di più la già difficilissima situazione delle carceri liguri, dove si registrano suicidi e diversi tentati suicidi e dove il sovraffollamento delle celle è ormai al limite.
Il Sappe si chiede come sia possibile che, in una situazione già molto compromessa, sia stata presa una decisione tanto maldestra e che rischia di provocare un effetto a catena sugli altri istituti di pena.
Secondo il Sappe, ad esempio, la chiusura del carcere di Savona comporterà che ogni persona fermata in provincia di Savona verrà portata a Genova, con ovvie complicazioni lavorative per chi dovrà scortare gli arrestati sino al capoluogo ligure e per lo stesso carcere di Marassi, già sovraffollato e dove gli episodi di tentato suicidio sono in costante crescita.