Roma – Ieri – 9 febbraio 2016 – si è celebrato in più di 100 nazioni il Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete promossa dalla Commissione europea. Prendendo slancio da questa iniziativa, Microsoft Italia e Mondo Digitale, in collaborazione con la Polizia Postale, hanno tenuto una serie di incontri in 21 scuole italiane sul tema della sicurezza online. Più di 1000 gli studenti coinvolti nell’iniziativa, che hanno mostrato grande interesse per le tematiche toccate, che li riguardano molto da vicino. Tra i temi trattati, particolare attenzione è stata dedicata al cyberbullismo, ma si è parlato anche dell’uso dei social network e di pedofilia in rete.
Un appello a prendere seriamente questo tipo di rischi è arrivato dalla Carta di Roma, redatta da Telefono Azzurro. La nota associazione per i diritti dei minori chiama direttamente in causa la politica, chiedendo una legislazione ad hoc per tutelare i più giovani su internet. “La scuola sta facendo la sua parte – ha assicurato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che si è rivolta direttamente a chi rimane vittima di bullismo in rete – non siete soli, le vittime parlino”. “La rete, ragazzi, è uno spazio di libertà, sappiatelo usare! Non datela vinta ai bulli”, è stato invece il messaggio del Presidente della Camera Laura Boldrini.
Un accento particolare è posto inoltre sulla necessità dell’educazione alla rete, specie in un paese come il nostro dove 23 milioni di persone non hanno mai usato internet. In Italia circa il 28% dei cittadini ha avuto problemi in internet. Una percentuale inferiore a quella di paesi come Croazia (42%), Ungheria (39) o Francia (33), ma superiore rispetto a Repubblica Cieca (10%), Olanda (11) o Slovacchia (13). Per i più giovani è spesso difficile ricevere un’educazione in tal senso in casa, perché genitori e parenti hanno molte volte poca dimestichezza con le nuove tecnologie. “L’alfabetizzazione informatica non può essere lasciata al destino – sostiene Silvia Costa, presidente della commissione Istruzione dell’Europarlamento – serve intervenire come si è fatto con la campagna di alfabetizzazione nei primi del Novecento”.