Genova – Era l’11 maggio del 1981 quando il mondo apprese la notizia della scomparsa di Robert Nesta Marley, conosciuto da tutti come Bob Marley.
Vera e propria icona del Reggae, Bob nacque a Nine Mile, in Giamaica, il 6 febbraio del 1945 da padre britannico e madre giamaicana. Proprio con la madre si trasferì a Kingston dove, a 15 anni iniziò a lavorare come saldatore. Grazie ad un vicino di casa, il giovane Bob si avvicinò alla musica partendo dai canti religiosi.
La sua attività prese il via ufficialmente nel 1961 quando, sotto l’etichetta Beverly’s di Leslie Kong, pubblicò il suo primo brano da solista “Judge Not”, un brano avveniristico che non venne compreso immediatamente e che quindi non riscosse il successo sperato.
Ma Bob non si perse d’animo e andò avanti fondando, nel 1964, i “The Wailers”, un gruppo di musicisti che lo accompagnò nel corso della sua carriera verso la consacrazione con 40 anni di successi come “No woman, no cry”, “Redemption Song” e “Africa Unite” solo per citarne alcuni, diventati negli anni dei veri e propri inni.
Un carisma senza pari quello di Marley, che è emerso in tutti i suoi brani tanto che la popolare rivista Rolling Stone lo ha inserito al 19esimo posto tra i 100 migliori cantanti ed all’11esimo tra i 100 migliori artisti. Una musica dedicata al tema della lotta contro l’oppressione politica e razziale ed il costante invito all’unificazione dei popoli come modo per raggiungere uguaglianza e libertà hanno fatto del cantante un vero e proprio leader politico, spirituale e religioso, seguito da molti. Proprio per questa sua inclinazione, nel 1978 gli venne conferita, a nome di 500milioni di africani, la medaglia della pace delle Nazioni Unite.
Come ulteriore riconoscimento dei suoi meriti, un mese dopo la morte venne insignito del prestigioso Jamaica Order Of Merit.
A portarsi via l’icona del reggae è stato un melanoma mal curato partito dall’unghia del piede e trasformatosi in metastasi che nel giro di poco tempo si propagò in tutto il corpo.
Dopo aver ricevuto i funerali di stato nella sua Giamaica, Bob venne sepolto in una cappella eretta accanto alla sua casa natale, a Nine Mile. Nella tomba vennero sepolte anche la sua Gibson Les Paul “Solid Body”, il pallone da calcio, una pianta di marijuana ed i suoi semi, l’anello che indossava ogni giorno donatogli dal principe etiope Asfa Wossen ed una Bibbia.