Santa Margherita Ligure (Genova) – Le anfore ripescate a Santa Margherita Ligure dal peschereccio “Impavido” resteranno al Museo del Mare del comune ligure e andranno ad arricchire la collezione del nuovo complesso museale una volta terminati gli esami di approfondimento.
Durante la conferenza stampa di questa mattina è stato Simon Luca Trigona della Soprintendenza Archeologica della Liguria ad inquadrare l’importanza del ritrovamento avvenuto lo scorso 27 maggio nelle acque a sud di Portofino da parte del peschereccio spiegando che questo tipo di anfore, fino ad ora, non era mai stato scoperto in Liguria.
“Sono anfore che riportano delle sigle che indicano con esattezza la loro provenienza, la fornace e lo schiavo che le hanno realizzate e cosa contenevano. Sono databili tra il II ed il I secolo a.C. e potrebbero provenire dalla Campania settentrionale”.
Sempre Trigona spiega che, viste grandezza e forgia, le anfore potrebbero fare parte di un grosso carico su di un relitto piuttosto grande e che inizieranno le ricerche per individuare il punto esatto in cui si trova.
Anche Paolo Donadoni, sindaco del comune di Santa Margherita Ligure, è entusiasta della scoperta: “E’ una felice coincidenza che questo ritrovamento combaci con l’avvio della costituzione del Museo del mare ed ho riscontrato con piacere che la comunità cittadina ha accolto con entusiasmo questo ritrovamento”.
Durante la conferenza è intervenuto anche Gianni Paccagnella, comandante del peschereccio che ha raccontato la scoperta: “Quel giorno ci siamo allontanati dalla solita zona di pesca perché c’erano troppe barche, in più la corrente ci portava fuori. Tirando su le reti, tra i gamberi rossi, c’erano queste quattro anfore. Ho chiamato subito il presidente del Museo il quale mi ha spiegato che non si poteva donarle subito all’ente ma occorreva fare una denuncia alla Capitaneria e così abbiamo fatto”.