Genova – Visualizzare i dati di una turbolenza attraverso un’immagine artistica che coinvolga completamente l’osservatore.

Da qui è nata l’idea di Giannandrea Inchingolo, dottorando in fisica dei plasmi dell’Università di Lisbona, in Portogallo, ma pugliese di origine, che ha realizzato il progetto Turbulence | Voice of Space.

Turbolence VoS, prende il nome dal concetto di turbolenza, ossia un moto caotico delle particelle che costituiscono un fluido o, come nel caso di studio di Giannandrea, un plasma.

Il plasma in questione non è quello nel sangue ma è uno stato fluido della materia decomposta in elettroni e ioni che si trova praticamente ovunque nell’Universo (il nostro Sole ne è un esempio).

Giannandrea analizza per lavoro i dati generati dal moto turbolento di questo plasma.

Da qui l’intuizione di rendere questi dati accessibili, accattivanti e artistici.

Nel 2016 nascono le prime sperimentazioni con la prima visualizzazione, per poi evolversi recentemente in una serie di immagini e suoni, tutti generati dall’analisi dei dati.

Ad aiutarlo in questa fase ci ha pensato il professor Joseph Paradiso del MIT, il Massachussetts Institute of Tecnology di Boston.

Questo nuovo modo di interpretare i dati viene accolto con interesse e, pian piano, l’entusiasmo di Giannandrea viene colto da altri ricercatori che hanno deciso di lavorare con lui al progetto.

A proposito, lui stesso racconta: “All’inizio ero da solo, poi il professore mi ha aiutato per il suono e ho iniziato a raccogliere feedback positivi soprattutto nella comunitá della realtá virtuale. Mi sono quindi lasciato aiutare dal gruppo di visualizzazione dell’Extreme Light Infastructure (ELI-Beamlines) di Praga per creare alcune esperienze in realtá virtuale e del Gruppo di Laser Plasma, il mio gruppo di ricerca. I risultati hanno sorpreso anche il gruppo di visualizzazione, capace di realizzare ciò che io vedo”.

E qualche giorno fa la grande soddisfazione di partecipare al Beyond the Cradle, proprio al MIT di Boston, dove ha proposto alcuni pezzi di Turbulence.

La prima volta sono stato invitato in maniera informale da alcuni amici – spiega Inghingolo – Sono rimasto affascinato dall’atmosfera dell’incontro dove scienza e sci fi si ispiravano a vicenda. Ho parlato con Joe [Paradiso n.d.r.] ed è nato il progetto delle  sonificazioni”.

Ancora: “Quando si parla di una turbolenza si pensa a una nuvola, l’elaborazione dei dati, invece, porta spesso ad analizzare la pendenza di una linea. Ho voluto prendere questa linea e darle una forma più accattivante. Sono arrivate quindi le visualizzazioni e, successivamente l’audio e la realtá virtuale”.

La parte sonora è fondamentale nel quadro complessivo del progetto.

L’insieme di suoni e immagini è reso comprensibile da una voce guida che accompagna l’osservatore.

A indossare i panni di Arianna ci ha pensato Sofia Sarperi, studentessa di astrofisica all’Università di Pisa, che racconta: “Ci siamo trovati a Lisbona, improvvisamente abbiamo registrato. Gian mi ha scritto tutta la didascalia spiegando come funzionano i dischi di accrescimento e io continuavo a leggere quel che lui mi preparava”.

La straordinarietà nel progetto Turbulence sta negli intenti del suo creatore, deciso a realizzare una specie di ponte tra arte e scienza rendendo un concetto spesso inaccessibile, fruibile anche da un punto di vista emotivo e sensoriale.

C’è un’eleganza dietro la scienza che va oltre la matematica. Man mano che vai avanti con la conoscenza, durante gli studi, tutto diventa difficile e si complicano le strutture. La scienza si basa sull’analisi dei dati di queste strutture ma ogni tanto si perde il gusto. Ho pensato di poter fare qualcosa di bello, che aprisse altri canali di comunicazione e le rendesse piú accessibili”.

Non mancano di certo le intenzioni future come quella di realizzare un gruppo di video capaci di raccontare una storia più corposa ed altre idee che, almeno per ora, Giannandrea mantiene segrete.

Intanto tutto è pronto per la conferenza stampa dell’Eso, l’European Southern Observatory, che ha appena compiuto 50 anni e che ha messo in campo l’esperimento EHT sullo studio dei buchi neri e, per la prima volta, potrebbe essere svelata un’immagine dei dischi di accrescimento.

Se siete curiosi di vedere cosa ha preparato Giannandrea, potete visitare il sito www.giannandreainchingolo.com/turbulence