Genova – L’emergenza coronavirus ferma anche la Giustizia italiana e lo stop durerà almeno sino a fine maggio. La misura di emergenza è stata anniunciata ieri dal ministro Alfonso Bonafede e costituisce il più lungo stop della storia deciso da un Governo.
Non si fermeranno i processi urgenti e quelli che hanno riflessi sulle misure cautelari ma – La giustizia si ferma per il coronavirus fino al 31 maggio. Uno stop di due mesi e mezzo, il più lungo deciso finora dal governo al quale rischiano di aggiungersi anche i mesi estivi normalmente “rallentati” da ferie e vacanze del personale.
Slitteranno le udienze civili e penali non urgenti e i procedimenti che riguardano detenuti e imputati minorenni, le convalide di espulsioni dei migranti. Non si fermano nemmeno le cause di competenza del tribunale dei minori, le udienze sulla possibilità di adottare bambini o quelle riguardanti minori stranieri non accompagnati o bambini allontanati dalle famiglie.
Per l’emergenza coronavirus, inoltre, verranno celebrati a porte chiuse anche i processi che normalmente prevedono invece la possibilità di assistere.
Su questo punto esprimono forte perplessità avvocati ed esperti del Diritto che fanno notare che l’udienza pubblica è anche una “garanzia” che non dovrebbe venire meno per la tutela stessa dei processati.
Non dovrebbe cambiare nulla, incredibilmente, per le carceri dove non è stato previsto nessun limite alle visite e neppure particolari misure di sicurezza pur in presenza di strutture sovraffollate con un numero di detenuti rinchiusi che arriva al doppio del previsto.