Genova – A causare il crollo del ponte Morandi fu un grave errore di costruzione di cui non si era a conoscenza. La deduzione, sostenuta da tecnici della commissione incaricata di esaminare i resti del viadotto, è stata inviata al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture da Autostrade per l’Italia insieme ad una sospensiva di tutte le attività risarcitorie legate al disastro del ponte Morandi.
Un nuovo colpo di scena che potrebbe rimettere in discussione tutta la vicenda legata alla tragedia che causò la morte di 43 persone, compresi i risarcimenti già effettuati e in via di definizione.
La ricostruzione – illustrata nel dettaglio dall’edizione quotidiana de Il Secolo XIX – potrebbe causare una vera e propria “rivoluzione” nella pratica avviata per la revoca delle concessioni autostradali ad Atlantia avviata dal Governo ma anche sulla trattativa per l’uscita del Gruppo Benetton dalla compagine societaria.
Se infatti si dovesse dimostrare che il Ponte Morandi, al momento dell’affido della Concessione, era già viziato da un difetto occulto e di cui non si era a conoscenza, non si potrebbe imputare al gestore la responsabilità del crollo.
Una mossa a sorpresa destinata ad infiammare il caso e a gettare benzina sul fuoco nei rapporti tra Governo e Autostrade per l’Italia che, proprio in questi giorni, deve dare una risposta alla richiesta del Governo di aderire ad una proposta di cessione delle quote ad altra società o all’ingresso dello Stato nella società concessionaria. Un passaggio che potrebbe avere effetti solo attenuati rispetto ai pesanti effetti negativi annunciati da Atlantia se venisse revocata la Concessione.