Il Comune di Alassio fa rimuovere le biciclette abbandonate e a Genova si registra un vero boom di bici e monopattini “parcheggiati” in modo illecito e ad ingombrare marciapiedi e passaggi pedonali in aperta violazione delle normative.
Nella piccola cittadina della riviera ligure la pubblica amministrazione organizza tre o quattro volte l’anno la rimozione di tutte le biciclette “abbandonate” su marciapiedi e incatenate a pali e arredi urbani mentre nel capoluogo ligure il considerevole aumento dell’uso delle biciclette e dei monopattini sta facendo registrare un picco di abusi che sta provocando roventi polemiche per quella che molti considerano una “ingiusta preferenza” fatta nei confronti dei nuovi appassionati delle due ruote.

Le bici vengono abbandonate sui marciapiedi, per lo più ancorate con grosse catene a pali e ringhiere e spesso sono di ingombro ai pedoni se non addirittura un ostacolo incivile al passaggio di persone con disabilità anche gravi.

E così, dalle pagine social sempre più “rissose”, favorevoli e contrari alle politiche di incentivo varate dal Comune di Genova, ci si scambia accuse tra ciclisti e automobilisti sulle “soste vietate”, con tanto di appelli a fotografare gli abusi per inviarli alla polizia locale, talvolta con la speranza che gli agenti possano multare anche “in differita”, circostanza assolutamente vietata dalle normative e che farebbe scattare persino il licenziamento per l’agente che dovesse essere “scoperto”.
Sul fronte opposto i “contrari” che lamentano un diverso atteggiamento verso scooter e auto lasciate in sosta vietata rispetto alle bici che andrebbero addirittura rimosse.
A far la differenza anche il fatto che bici e monopattini non hanno alcuna identificazione e i “furbetti” ne approfittano per lasciare impunemente i mezzi parcheggiati in ogni dove.
Un comportamento incivile che rischia di trasformarsi in un problema serio visto l’aumento lento ma costante del numero delle persone che usano i mezzi “alternativi”.

Ad Alassio il Comune rimuove ben 17 biciclette “abbandonate” mentre a Genova la questione non viene nemmeno presa in considerazione.