Genova – Un detenuto rinchiuso nel carcere di Pontedecimo si è suicidato nella serata di ieri.
Lo ha denunciato il SAPPe della Liguria.
L’uomo, di origine macedone, si trovava nella sezione dei reclusi sex offender con un mandato di cattura internazionale per un reato di violenza sessuale. Ieri sera si è tagliato le vene morendo poco dopo.
Le parole del segretario ligure del Sindacato, Michele Lorenzo, sono chiare: non si può restare impassibili davanti a tali notizie, che devono rappresentare momenti di riflessione per rivedere l’organizzazione delle carceri liguri.
“Non serve siglare protocolli per il rischio suicidio se poi nessuno lo applica – commenta ancora Lorenzo – La causa scatenante dell’insano gesto potrebbe essere la notizia della sua espulsione dall’Italia, il che avrebbe innescato in lui la volontà suicida”.
Ancora: “Maggiore assistenza psichiatrica nelle carceri liguri, rafforzare l’assistenza sanitaria e, soprattutto, potenziare la Polizia Penitenziaria oggi numericamente insufficiente a fronte dell’attuale mole di lavoro non sono proposte inaccettabili, ma forse possono collaborare per evitare le morti in carcere che in Italia, dall’inizio dell’anno, si stimano in 52 suicidi e 140 per altre cause.
In Liguria nel primo semestre del 2020 si sono registrati ben 218 casi di autolesionismo, 2 decessi e 34 tentati suicidi.
Nell’istituto di Pontedecimo che a fronte di una capienza di 53 nel maschile e 43 nel femminile oggi ne registriamo bel 87 nel maschile e 83 nel femminile il che rappresenta un elevato tasso di sovraffollamento. Ma destare preoccupazione – continua Lorenzo – è il numero dei detenuti presenti in Liguria 1433 su 1120 posti disponibili. Da qui è necessario l’apertura del carcere di Savona”.