Genova – Il caso di Martina Rossi, la ragazza di 20 anni morta cadendo da un balcone di un albergo a Palma di Maiorca, in Spagna, potrebbe essere “riaperto” con l’annullamento della sentenza che assolve i due ragazzi aretini che furono accusati di aver causato la tragedia.
Il procuratore generale della Corte di Cassazione Domenico Seccia ha infatti depositato la richiesta di annullamento per la sentenza del Tribunale di Appello che ha visto assolti Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi nel processo che li vedeva imputati dell’accusa di aver provocato la morte della giovane genovese a seguito di un tentativo di violenza sessuale.
Se la Corte di Cassazione dovesse accogliere la richiesta del procuratore, il processo per la morte di Martina Rossi dovrebbe essere “rifatto” perché sarebbero emerse nuove prove ed elementi che potrebbero fare nuova luce su un caso controverso che ha scosso l’opinione pubblica.
Martina Rossi, genovese di 20 anni, era in vacanza con amiche a Palma di Maiorca, in Spagna, nell’agosto del 2011 quando morì cadendo dal terrazzo dell’hotel dove alloggiava.
Una caduta avvenuta in circostanze molto particolari e che venne in un primo tempo classificata come “suicidio” per poi scoprire che, al momento del fatto, la giovane si trovava nella stanza di due ragazzi successivamente accusati di aver tentato una violenza sessuale sulla vittima che potrebbe aver innescato la decisione di “fuggire” della ragazza.
La morte di Martina Rossi, insomma, potrebbe essere avvenuta “in conseguenza di altro reato” come decretato nel primo processo che ha visto i due giovani di Arezzo condannati a 6 anni proprio per “tentata violenza di gruppo” e “morte in conseguenza di altro reato”.
In Appello, però, l’accusa della morte di Martina venne cancellata perché ufficialmente “prescritta”, sollevando forti polemiche sulla opportunità che un reato che causa la morte della vittima possa “cancellarsi” con prescrizione.
In attesa che il Parlamento esamini la possibilità di cancellare tale mostruosità giuridica, la Corte di Cassazione potrà decidere, il 21 gennaio, per la riapertura del processo e l’analisi di nuove prove come un video di intercettazione ambientale, nelle stanze della Questura di Genova, dove i due ragazzi di Arezzo, mentre parlano tra loro, si mostrano sollevati perché non sarebbero stati trovati segni di violenza sul corpo della ragazza.
I genitori di Martina Rossi, distrutti dalla morte dell’unica figlia, chiedono Giustizia ed un processo che valuti tutte le prove raccolte e quelle che, a loro giudizio, sarebbero state sottovalutate.