Genova – Sarà un’indagine a stabilire l’esatta dinamica del primo incidente mortale avvenuto ieri mattina nel quartiere di Marassi e costato la vita a Federica Picasso, 34 anni.
I rilievi della polizia locale, insieme alle numerose testimonianze dei passanti e probabilmente le riprese di alcune telecamere di sorveglianza potranno chiarire se la vittima sia caduta a terra dopo aver perso il controllo del mezzo elettrico a causa di una buca o di irregolarità della pavimentazione stradale o se invece sia stata urtata dal pesante automezzo che l’ha poi travolta.
Particolari non di poco conto visto che il Comune di Genova, per voce del suo assessore al Traffico Matteo Campora, ha deciso di chiedere al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture una modifica dei regolamenti che consenta ai Comuni di decidere su quali strade possano circolare i monopattini e su quali invece sia proibito andare.
Un riconoscimento implicito al fatto che l’attuale normativa non è adeguata alla complessa situazione genovese ed un concreto segnale di un dietro front sullo sviluppo della mobilità smart che è stata tema fisso al momento della criticità dei Trasporti Pubblici per la pandemia.
Da più parti si erano espresse criticità sull’impiego dei monopattini (ma anche di biciclette e altri mezzi green) nel traffico cittadino all’esterno delle cosiddette “piste ciclabili” e la tragedia di Genova sembra indicare che i timori sono fondati.
Il Comune di Genova sembra intenzionato anche a chiedere l’obbligo del casco per chi usa i mezzi “smart” senza lasciare alla sensibilità del singolo la scelta se proteggersi o meno.
Del resto, a parità di condizioni, un maggiorenne non può decidere di circolare su un “cinquantino” senza casco, targa e assicurazione, altri elementi che, secondo molti osservatori, dovrebbero diventare obbligatori anche sui cosiddetti “mezzi smart”
Sull’argomento, oltre all’ACI, che già da tempo segnala la pericolosità della nuova mobilità green senza regole, è intervenuto anche il Codacons.
“Le disposizioni normative vigenti relative ai monopattini non appaiono adatte a garantire la sicurezza stradale, e non a caso in Italia si registra un incidente grave ogni 3 giorni che vede coinvolto proprio tale mezzo di locomozione – spiega il presidente Carlo Rienzi – Le norme prevedono infatti una serie di limitazioni che è materialmente impossibile far rispettare, anche perché mancano i controlli, e non introducono obblighi a tutela della salute degli utilizzatori dei monopattini, come il caschetto protettivo per tutti, targatura e assicurazione. Un recente studio condotto negli Usa e pubblicato da JAMA Surgery ha rivelato inoltre che i monopattini elettrici risultano più pericolosi delle biciclette e fanno aumentare il rischio di traumi e incidenti. Crediamo sia più che mai urgente introdurre regole precise a tutela della salute degli utilizzatori e della sicurezza stradale, perché sta pericolosamente aumentando il numero di incidenti, morti e feriti a bordo di monopattini”.
La discussione sulla mobilità smart si è dunque infiammata e ci si augura da più parti che la tragedia che ha tolto la vita a Federica Picasso possa almeno servire per porre un freno alla “deregulation” del traffico cittadino.