Terminal PSA VTEGenova – Sette giorni di sciopero al terminal PSA di Prà-Voltri. Un nuovo stop di una settimana, dopo quello di ottobre, per protestare contro il blocco delle trattative contrattuali e per chiedere l’assunzione di nuovo personale.
Un colpo durissimo al gateway portuale più importante d’Italia e che da solo movimenta il 60% dei container in arrivo e in partenza da Genova e Savona e che è gestito dal terminalista mondiale della Port of Singapore Authority.
A deciderlo i sindacati e i lavoratori che protestano per l’arresto nelle trattative per il contratto integrativo, in attesa di rinnovo da oltre due anni.
Sciopero articolato, un’ora a inizio e un’ora fine turno di 6 ore, per un totale di 56 ore su 168 ossia il 30% del tempo di lavoro totale di una settimana. Un’interruzione produttiva di notevole entità.
Ecco il comunicato diffuso con l’annuncio dello sciopero:

“Sette giorni di sciopero per la seconda volta, la prima era stata a ottobre, in corso al terminal portuale di Genova Pra in concessione a PSA, il principale terminalista mondiale della Port of Singapore Authority, con sede in Europa a Anversa. Il terminal genovese è il più importante gateway portuale d’Italia e movimenta da solo circa il 60% dei contenitori del porto di Genova e Savona.
Lo sciopero è stato indetto e rilanciato dalle RSU del terminal a seguito del blocco della trattativa per il contratto integrativo in attesa di rinnovo da oltre due anni”.

La vertenza – secondo la nota sindacale sarebbe ferma per la determinazione dell’azienda di volere modificare, attraverso prolungamenti di orario, alcuni aspetti consolidati dell’organizzazione del lavoro che, oltre a aumentare i carichi di lavoro, porterebbero secondo la RSU in prospettiva a una riduzione dell’organico dell’azienda.

“È vero che l’azienda ha messo sul tavolo 50 assunzioni di giovani apprendisti nei prossimi 3 anni – prosegue la nota – ma lo ha fatto in modo apertamente strumentale: primo perché le assunzioni sono prerogative dell’azienda e non materia di contrattazione integrativa (nessun sindacato si oppone a nuove assunzioni!), secondo perché comunque andrebbero a coprire il turn over ma con 10 anni di ritardo, avendo nel frattempo l’azienda diminuito l’organico di altrettante unità”.

Secondo gli organizzatori dello sciopero l’azienda starebbe invece perdendo mercato, produzione e profitti a causa di due nuovi competitori come Maersk e MSC, con le loro navi due sinora tra i principali clienti di Pra, ma che nel frattempo hanno aperto terminal propri rispettivamente a Savona-Vado e a Genova-Bettolo”

“Inoltre – sempre secondo la nota – PSA Genova Pra ha avviato un contratto di rete con PSA SECH e in questo ambito il management di SECH ha conquistato le posizioni di vertice anche di Pra generando un terremoto interno. Insomma, l’azienda è sotto pressione dagli azionisti e di fronte alla minaccia di vedere diminuire gli utili ha deciso di cambiare marcia agendo sui parametri di produttività e il costo unitario per container per mettere alle strette i lavoratori, che però hanno reagito alla base del sindacato mostrando una grande forza e unità. Si è rotta la “pace sociale” nel porto di Genova e come insegna la storia ciò ha avuto inizio nel punto di contraddizione maggiore, nel terminal a più alta concentrazione di capitale e di lavoro”.