Genova – Diverse migliaia di persone in piazza, ieri sera, per la manifestazione contro l’ipotesi di traslocare i depositi chimici di Multedo a Sampierdarena, nell’area di Ponte Etiopia. Al grido di “opzione zero” (la totale dismissione dei depositi), gli abitanti di Sampierdarena e di Multedo hanno detto no al progetto e al mantenimento del rischio nel quartiere dove è presente al momento.
A sorpresa, infatti, i movimenti contrari ai depositi di Carmagnani e Superba sia a Multedo che a Sampierdarena, si sono uniti in un unico grande gruppo che potrebbe creare non pochi problemi a chi pensava di poter contrapporre i due quartieri, magari in chiave elettorale.
I residenti di Sampierdarena e di Multedo, uniti, hanno sfilato in piazza Montano, a Sampierdarena, chiedendo che gli enti preposti al controllo decidano per la cosiddetta “opzione Zero” ovvero niente deposito a Sampierdarena ma anche fine della permanenza a Multedo dove, comunque, permangono gli stessi rischi per la popolazione che si avrebbero spostando il polo chimico a Sampierdarena.
“Non vogliamo sostanze tossiche e potenzialmente esplosive a poche centinaia di metri dalle case” – protestavano i cittadini – e le richieste al sindaco Marco Bucci, che aveva annunciato lo spostamento a Sampierdarena del polo chimico – sono quelle di passare all’opzione Zero, ovvero l’allontanamento definitivo dalle zone abitate del deposito.
Nessuno scontro “strategico” degli abitanti di Multedo contro quelli di Sampierdarena.
“Qualcuno vuole pescare nel torbido – denunciano i cittadini – ma ha sbagliato di grosso. Qui nessuno si farà infinocchiare dalle promesse politiche e serviranno i fatti. Chi non sceglie l’opzione Zero è contro Multedo e contro Sampierdarena e ne pagherà le conseguenze elettorali”.
In piazza anche i Portuali che denunciano i rischi ambientali e per la salute ma anche quello di perdere ben 10mila giornate lavorative nell’ipotesi di spostamento a Ponte Etiopia dei depositi.
Una perdita che avrebbe conseguenze per i posti di lavoro e per i redditi dei Portuali ma che significherebbe anche un calo dei traffici per il Porto di Genova.
Allo studio anche un ricorso al Tar nel caso in cui il Comune di Genova proseguisse nel progetto di spostamento e se il bando di gara con operatori diversi interessati alle aree di Ponte Etiopia vedesse vincere qualcuno dei contendenti senza una reale “gara” per aggiudicarsi gli spazi.